Draghi: Ripresa migliora, ma caro alimentari minaccia poveri

Washington, 17 apr. (TMNews) – La ripresa economica prosegue e con prospettive che “stanno migliorando a livello globale”, in particolare nei paesi emergenti che hanno giocato un ruolo chiave nel contrastare la crisi, tuttavia bisogna stare attenti “ai boom dei prezzi delle materie prime e agli eccessi periodici di euforia”, ha avvertito il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi: “si sono spesso conclusi in lacrime”. Nel discorso depositato al Comitato congiunto sullo Sviluppo di Banca Mondiale e Fondo monetario internazionale – in rappresentanza dell’area che oltre all’Italia include Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino e Timor Est – Draghi ha rilevato come oggi “guardiamo ai prossimi mesi e anni con più fiducia di quanta ne avessimo sei mesi fa”, ma senza mai dimenticare “le lezioni tratte dalle precedenti crisi” che “ci suggeriscono cautela”.

E uno dei fattori di rischio sui quali il titolare di Via Nazionale si è maggiormente soffermato è quello dei forti rincari sui beni alimentari. Una questione che colpisce soprattutto i più poveri, ha ricordato, che spendono circa la metà del reddito disponibile su questa voce. In questo segmento si è venuta a creare una “crisi articolata”, che richiede risposte su più versanti da parte delle autorità. I prezzi hanno ripreso a crescere a partire dalla parte finale del 2010 e “si stanno avvicinando ai picchi del 2008”. L’urgente necessità di affrontare la questione della sicurezza alimentare “richiede risposte rapide”, ha detto Draghi.

Il governatore ha innanzitutto appoggiato gli sforzi della World Bank volti a mitigare l’impatto della volatilità sui prezzi alimentari sui poveri, mediante misure che assistono le istituzioni creditizie sul rafforzamento delle reti di protezione sociale. Quanto alle cause della volatilità, “quali che siano”, adeguati volumi di scorte e informazioni potrebbero avere un effetto calmierante. Tuttavia “non è chiaro se l’accumulo di scorte da parte del pubblico sia il modo migliore di rispondere agli squilibri; ove possibile la sicurezza alimentare dovrebbe essere perseguita facilitando l’accesso

al mercato”. Inoltre la gestione dell’emergenza “non deve distrarre l’attenzione dagli obiettivi di lungo termine”. La tendenza rialzista dei prezzi degli ultimi anni “segnala una relativa scarsità” di questi beni e riflette anche l’aumento dei consumi, sia per l’uso sui biocombustibili, sia per il mutamento di abitudini alimentari. “Una risposta adeguata ai rincari dei prezzi – ha concluso Draghi – deve risultare coerente con i mercati e i loro segnali”.

Questo mentre il tema generale dell’inflazione è stato tra quelli che hanno maggiormente richiamato l’attenzione in questi giorni di assemblee primaverili di Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale. E proprio Washington è una delle metropoli americane dove il prezzo della benzina ha raggiunto la soglia psicologica dei 4 dollari al gallone, mentre sui mercati delle materie prime i prezzi delle benzine sono ai massimi da 33 mesi. Nell’intervento depositato al Comitato monetario e finanziario del Fmi, l’inflazione è il primo fattore di rischio sulla ripresa economica citato dal segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. Sta “pesando sui redditi disponibili – ha avvertito – potrebbe minare l’attività economica nel breve termine”.

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