Cocaina al Montello vicino a una scuola superiore. Era stata nascosta nel bosco ma i carabinieri hanno eseguito l’arresto di un 25enne albanese arrivato per recuperare lo stupefacente.
I carabinieri del nucleo investigativo di Varese hanno arrestato ieri pomeriggio un cittadino albanese – regolare sul territorio nazionale – per detenzione illecita di cocaina. A mettere i militari sulle tracce del pusher sono stati i residenti nella zona che in più occasioni avevano notato uno strano via vai nella zona soprattutto nelle ore notturne. Residenti preoccupati, tra l’altro, perché nelle vicinanze c’è una scuola superiore: hanno temuto che ci fosse qualcosa di strano, qualcosa che avrebbe potuto costituire un pericolo per i ragazzi. I carabinieri hanno quindi organizzato un servizio di osservazione nei boschi del “Montello”.
Al 112 è giunta infatti una segnalazione di alcune persone sospette che, arrivate a bordo di un auto di piccola cilindrata, si addentravano nelle frasche rovistando nel terreno. Un comportamento decisamente strano. Durante l’appostamento, i militari hanno notato un giovane che, dopo aver parcheggiato la sua Fiat Punto, entrava nel bosco e, dopo aver estratto qualcosa da sotto le foglie, si allontanava in auto con fare sospetto. I carabinieri hanno immediatamente controllato. Nel punto esatto in cui l’uomo
si era fermato i militari hanno trovato un contenitore di plastica con all’interno 35 dosi di cocaina, mentre il sospettato, pedinato da un’altra pattuglia è stato subito bloccato e identificato: si tratta di un albanese di 25 anni che è stato immediatamente arrestato. Nel giubbotto che indossava, i carabinieri hanno trovato 1500 euro in contanti mentre, nel corso della perquisizione a casa dell’albanese, è stato identificato anche un 47enne italiano, coinquilino del venticinquenne, sorpreso mentre tornava a casa con quattro dosi di cocaina in tasca e 400 euro in contanti.
Il quarantasettenne, si è giustificato dichiarando di aver acquistato la droga dall’amico albanese: è stato denunciato a piede libero per detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio. L’arresto è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’inchiesta non è chiusa: i carabinieri stanno ricostruendo il giro di spaccio messo in piedi dal duo.
La droga veniva nascosta nel bosco per evitare che i pusher fossero sorpresi con la cocaina addosso: la ritiravano di volta in volta, dopo averla seppellita nei boschi del Montello per nasconderla, per consegnarla ai clienti. Gli inquirenti lavorano per arrivare ai fornitori.