«Ve la siete presa con due creature indifese. Siete ignobili e vi dovete vergognare del gesto atroce che avete compiuto».
Queste sono le parole che rivolge a chi ha avvelenato con la stricnina Kety, un giovane bassotto, e Kira, un Jack Russel di tre anni.
L’avvelenamento è stato denunciato ai carabinieri ed è avvenuto due settimane fa in via Turati, a Castiglione Olona. «Ogni sera, dalle 18 alle 19, io e mia figlia, che è all’ottavo mese di gravidanza, andiamo a fare due passi con i cani e così abbiamo fatto anche quel giorno – spiega Rosa – Quando siamo tornate, mia figlia ha detto “mamma entro da te a bere un bicchiere d’acqua”. Il suo cane nel frattempo è uscito un attimo nel giardino privato della mia abitazione, ma quando è rientrato tremava e non si reggeva in piedi. Subito ci siamo accorte che qualcosa non andava e mia figlia è corsa dal veterinario».
Dopo qualche minuto è uscita in giardino anche Kety. La padrona, non vedendola rientrare, si è affacciata in giardino e ha trovato il cane morto vicino a una pianta. La figlia nel frattempo ha chiamato la madre: anche Kira era morta. Il veterinario non ha potuto fare nulla per salvarla. Il cane, infatti, aveva ingerito stricnina. «Se fosse stato veleno per topi, le cagnoline si sarebbero potute salvare con una cura e la lavanda gastrica –
afferma Rosa – Invece contro la stricnina non si può fare nulla. E’ stata una vigliaccata». «Tutto mi fa pensare che il veleno fosse diretto alla mia Kety che aveva 17 mesi e abbaiava – continua Rosa ricostruendo l’accaduto – Ma tutti i cuccioli abbaiano e devo dire che ultimamente si era calmata. Io, inoltre, lavoro dalle 6 alle 10.30 del mattino e quando sono a casa il cane non abbaia, di quello sono certa. Kira, il cane di mia figlia, si è trovata al posto sbagliato al momento sbagliato: le trappole mortali non erano dirette a lei».
Il veleno usato, la stricnina, è molto pericoloso. La signora Rosa abita in via Turati da 17 anni: prima di Kety aveva un altro bassotto che è morto di vecchiaia e nessuno si è mai lamentato della sua presenza. E poi c’è il particolare del prato: la signora è sicura che prima di uscire per la passeggiata il veleno non fosse in giardino perché quel pomeriggio aveva tagliato l’erba e poi l’aveva rastrellata: chi ha sparso il veleno ha curato Rosa e ha aspettato che uscisse di casa per sistemare i bocconi avvelenati? Adesso Rosa ha un altro bassotto: «ma sono terrorizzata, non lo lascio uscire in giardino per paura che possa accadere qualcosa di brutto».