GALLARATE – Lavoro in nero nel mirino dei carabinieri del nucleo Ispettorato del lavoro di Varese e del personale ispettivo della Direzione territoriale del lavoro di Varese. Negli ultimi giorni gli investigatori hanno controllato diverse attività commerciali in provincia.
In particolare sono state monitorate 8 ditte che operano nel settore della ristorazione, logistica e grande distribuzione. Le realtà passate al setaccio sono risultate tutte irregolari per l’impiego di numerosi lavoratori in nero e per le accertate violazioni in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro.
In qualche caso è stato anche applicato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, poiché all’interno delle attività è stata accertata una percentuale pari o superiore al 20% di lavoratori irregolari sul totale di quelli presenti.
Nello specifico è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per cinque imprese, poi revocato al datore di lavoro a seguito della regolarizzazione dei lavoratori, del versamento dei previsti contributi previdenziali e del pagamento delle sanzioni amministrative previste dalla normativa (per un totale di 10mila euro).
Complessivamente sono stati identificati 51 lavoratori, dei quali 35 sono risultati senza contratto di impiego, privi di copertura assicurativa e di copertura contributiva previdenziale.
Primo a finire sotto la lente investigativa un ristorante di cucina italiana a Brenta, dove sono stati scoperti 7 lavoratori in nero ed è stato installato senza autorizzazione un impianto di videosorveglianza: l’attività è stata sospesa.
La stessa sorte, sempre con 7 lavoratori in nero, è capitata anche a un ristorante di Gallarate, specializzato in cucina cinese e giapponese. Sospeso anche un night club con 6 lavoratrici in nero.
A Caronno Pertusella, in un centro commerciale gestito da cinesi, c’erano 4 lavoratori irregolari, in due gommisti ce n’erano altri due. Stessa situazione anche in un bar tabacchi a Uboldo (due lavoratori in nero) e in una ditta di logistica a Ferno.
/>Uno dei casi più eclatanti è venuto in superficie a Gallarate: i militari si sono trovati davanti a una serie gravissima di violazioni in materia di tutela della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro, con immediato pericolo dell’incolumità di chi vi prestava la propria opera.
I tre dipendenti dell’impresa operavano in pessime condizioni di sicurezza: luoghi di lavoro privi di riscaldamento e di impianto antincendio e persino l’impianto elettrico privo di conformità, con il rischio concreto di rimanere folgorati.