Due morti, nessun colpevole Il dolore delle due mogli

VARESE Il dolore bussa dieci anni dopo, sotto forma di un atto giudiziario, e riapre una ferita destinata a non rimarginarsi mai, nei cuori delle vedove delle vittime, ma anche in quelli di una opinione pubblica sconvolta da una delle rapine più feroci nella storia del nostro paese. Passati inutilmente due lustri senza che alcuna responsabilità sia stata accertata, verrà presto archiviata l’inchiesta per l’eccidio dell’Esselunga di Induno Olona, avvenuto il 31 gennaio 1999, quando le guardie giurate Mario Simonetta,

48 anni, e Giuseppe Coriglione, 35 anni, entrambi padri di famiglia, vennero ammazzate da un commando armato di 5 o 6 persone che rapinò l’incasso del supermercato, circa 280 milioni di lire.
Ieri mattina l’udienza per la richiesta di archiviazione, presentata dal pubblico ministero Massimo Politi: un anno e mezzo fa aveva ereditato il fascicolo relativo a quell’episodio sanguinoso, disponendo nuovi importanti accertamenti, come l’esame del Dna su due mozziconi di sigaretta trovati sul tetto della concessionaria di auto dal quale vennero sparati i colpi mortali all’indirizzo dei due vigilantes. E scoprendo che il fucile mitragliatore che sparò è un’arma di precisione di fabbricazione svizzera: la stessa che probabilmente era stata utilizzata per due rapine a portavalori, senza morti, avvenute a Solbiate Olona l’11 luglio 1996, dove venne ferito un vigilante, e a Gallarate il 22 novembre 1998. Accertamenti che però non hanno portato alla individuazione dei responsabili della strage di Induno Olona.

e.marletta

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