Le polemiche scatenate dall’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi sono solo l’ennesima dimostrazione di come in Italia esistano due pesi e due misure quando si tratta di commemorare personaggi pubblici. Da una parte, un’intera fazione politica insorge e deposita ricorsi al TAR, dall’altra, situazioni simili vengono accolte senza il minimo clamore.
L’esempio più recente? Il Teatro Sociale di Luino, che è stato intitolato a Dario Fo e Franca Rame senza alcuna contestazione. Eppure, Fo e Rame sono stati due figure profondamente divisive, non solo per le loro posizioni politiche apertamente schierate, ma anche per le dichiarazioni spesso provocatorie e urticanti nei confronti delle istituzioni. Il premio Nobel, in particolare, ha più volte attaccato lo Stato e le forze dell’ordine con parole durissime, mentre Franca Rame ha incarnato un’idea di militanza politica che ha spesso fatto discutere. Eppure, il loro nome è stato affiancato senza problemi a un luogo simbolo della cultura varesina.
A parti invertite, la reazione sarebbe stata la stessa? Difficile crederlo, considerando il terremoto politico scatenato dall’intitolazione di Malpensa a Berlusconi. Il leader di Forza Italia, piaccia o meno, è stato presidente del Consiglio per quattro mandati, ha segnato un’epoca e ha lasciato un’impronta indelebile nella politica e nell’economia del Paese. Ma la sua figura, evidentemente, è ancora troppo indigesta a una certa parte politica, che non ha esitato a scatenare una battaglia legale e mediatica per ostacolare la decisione.
La verità è che in Italia la memoria pubblica non è trattata in modo equo. Se una figura è vicina alla sinistra, le sue posizioni vengono considerate parte del dibattito democratico e il riconoscimento postumo è accolto senza problemi. Se invece il personaggio appartiene al centrodestra, allora diventa un affronto, un motivo di scontro, un tema da portare nelle aule di tribunale.
Il caso di Malpensa dimostra ancora una volta che la sinistra non ha superato il proprio riflesso condizionato: chi ha governato senza il loro consenso non può essere ricordato senza sollevare barricate. E così, mentre Dario Fo e Franca Rame vengono celebrati senza opposizioni, su Berlusconi si scatena la macchina delle contestazioni. Un doppio standard che, al di là delle simpatie politiche, mina il principio di equità nella memoria collettiva.