Due realtà fedeli al Dna bustocco

Aziende molto diverse ma con un punto in comune che rappresenta la chiave del loro successo

«L’eccellenza è nel Dna di Busto. La ricetta per il futuro? Continuare ad essere coerentemente bustocchi». Così l’ex sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, che per dieci anni ha insistito sullo status, nella sostanza, di “capitale” della sua città, riflette su una città che, pur forse lontani i tempi d’oro della “Manchester d’Italia”, continua a sfornare eccellenze in tutti i campi.

È per quello che essere bustocco significa essere eccellente ed è per quello che l’essenza della bustocchità è tutto ciò che nasce dalla volontà di essere fedeli a una tradizione, che è la tradizione di chi ha trasformato un terreno arido in una opportunità di fertilità, di chi ha trasformato un terreno per un’agricoltura certamente povera nella prima rivoluzione industriale italiana, e di chi ha voluto trasformare la povertà di qualcuno in opportunità di solidarietà e di crescita per tutti.

È per quello che oggi è giusto, è santo, è doveroso ed è soprattutto importante che si faccia opera di comunicazione e di conoscenza delle molte, tante, non certo troppe, eccellenze che in tutti i campi continuano a nascere a Busto Arsizio. Giovani ricercatori, imprese, attività commerciali, associazioni culturali. A nascere, vivere e prosperare come eccellenze.

A prosperare, in continuità con il “mito” della Manchester d’Italia, non sono solo industrie manifatturiere, come Nupi Industrie Italiane, ma anche le industrie del domani, come Toma Lab che è al top nel campo della genetica.

Abbiamo qui una ricercatrice, Francesca Romana Grati, che è stata la prima destinataria del premio Enrico Dell’Acqua, istituito dall’amministrazione comunale proprio per dare una prova concreta ed esplicita del fatto che a Busto Arsizio, in Lombardia e in Italia, c’è ancora speranza concreta per chi ha un cervello capace di coniugare vita familiare e vita professionale, capace di coniugare l’essere mamma e l’essere ricercatrice, capace di coniugare impegno, passione e studio, senza la necessità di andare a fuggire all’estero ma con la possibilità di essere riconosciuta anche qui ed esserci carpita come utilizzo dalle più grandi istituzioni europee ed internazionali.

Abbiamo qui un’impresa come Toma Lab, che non è soltanto un’azienda di servizio, non è soltanto un azienda che più volte all’anno ospita studiosi e ricercatori di tutto il mondo soprattutto col taglio dello studio della genetica, delle staminali e del neonatale, ma è anche e soprattutto un luogo di studio, una sorta di “università” che, oltre ad aver lanciato con coraggio, serietà e dedizione alla scienza investimenti privati, ha saputo porsi come punto di riferimento sia nazionale che europeo e mondiale.

Ma non voglio neanche dimenticare che proprio da alcuni studiosi, da alcuni esperti sia del Toma che di altre aziende di Busto Arsizio, è nata l’intuizione felice, coraggiosa e ambiziosa della Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita, una Fondazione che molti sottovalutano, che troppi dimenticano, ma che forse è opportuno che qualcuno cominci a guardare con più attenzione e responsabilità. Anche quella è un’eccellenza, anche quella è una garanzia di difesa del passato e di garanzia di un futuro.