A Trieste, all’indomani degli scontri avvenuti fuori dal palasport durante l’incontro di basket tra la squadra locale e la Openjobmetis di Varese, proseguono senza sosta le indagini per identificare i responsabili degli episodi di violenza. La Questura del capoluogo giuliano è al lavoro con determinazione per risalire alle identità degli ultras coinvolti, stimati tra le 20 e le 25 persone. L’obiettivo è individuare e assicurare alla giustizia i protagonisti di un’azione che gli inquirenti ipotizzano possa essere stata pianificata.
Le forze dell’ordine stanno analizzando accuratamente le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza situate sia all’interno sia nei dintorni del palasport, incluse quelle dell’adiacente stadio “Nereo Rocco”. Al centro delle indagini ci sono i tifosi del settore ospiti, alcuni dei quali hanno lasciato la partita in anticipo, suscitando l’impressione di una protesta per la deludente performance della squadra di Varese, salvo poi riapparire più tardi all’ingresso principale del palasport, situato in via Flavia, una strada molto trafficata.
Le prime ricostruzioni suggeriscono che il gruppo coinvolto comprendesse rappresentanti delle tifoserie degli “Arditi” di Varese, della “Vecchia Guardia” e di “Tanto Torniamo” di Udine, realtà legate da rapporti di amicizia consolidati nel tempo. Già in passato, infatti, le due tifoserie si erano alleate, come avvenuto lo scorso anno a Desio durante una partita di Serie A2 tra Cantù e Udine.
Nonostante la tensione registrata, non risulta vi fossero stati recenti episodi di rivalità tra le squadre di Trieste e Varese, né nel calcio né nel basket, rendendo la violenza esplosa un evento sorprendente e inaspettato. La società di Trieste, rappresentata dal general manager Michael Arcieri, figura con un passato dirigenziale a Varese, ha condannato fermamente l’accaduto, sottolineando l’importanza di mantenere il PalaTrieste un luogo sicuro per famiglie e tifosi e ribadendo la fiducia nelle forze dell’ordine per individuare i colpevoli.
Mentre la condanna della società giuliana è chiara, si attende una posizione ufficiale dalla dirigenza di Varese, chiamata a esprimersi su un evento che ha macchiato un momento di sport e di comunità con la violenza, minando i valori di rispetto e lealtà propri dello spirito sportivo.