Dal 6 giugno 2011 a sabato 8 novembre 2014: quasi tre anni e mezzo di lontananza, malgrado una presenza che aleggia comunque costante al Franco Ossola, nei ricordi di tutti coloro che hanno ancora nel cuore le straordinarie emozioni vissute. Il Varese ritrova Beppe Sannino, il tecnico del miracolo sfiorato, dalla Seconda Divisione al sogno poi infranto del grande salto in Serie A. Sarà lui l’avversario di sabato, alle 15, al Massimino. Il suo Catania attende i biancorossi di Stefano Bettinelli e gli amici di Sannino, coloro che più di altri hanno condiviso con lui quelle stagioni indimenticabili, anticipano per noi una partita dal sapore unico.
«Da un certo punto di vista, speravo che un giorno del genere non arrivasse mai» racconta , che non solo da uomo-marketing del Varese ha vissuto da vicino l’epopea biancorossa di Sannino. «Io dico che Beppe è stato il nostro . E così come da interista spero di non ritrovarmi mai lo Special One come avversario nelle coppe europee, da tifoso del Varese avrei preferito evitare quest’incrocio con Sannino. Ma ora che invece il match si avvicina il nostro obiettivo deve essere quello di vincere».
E per lo stesso tecnico del Catania, quella col Varese non sarà ovviamente una partita come le altre. «L’ho sentito al telefono e mi ha detto che per tutti quella di sabato dovrà essere innanzitutto una grande festa, e che vinca il migliore – aggiunge Cattarulla – Sì perché è ovvio che sotto il profilo professionale Beppe vorrà assolutamente far sua questa sfida, ma sentimentalmente sono convinto che dare un’eventuale sofferenza alla gente di Varese sarebbe per lui un sincero dispiacere». Perché Sannino è così. «Un uomo vero, leale e trasparente, ed è questo il ricordo più bello e più profondo che conservo di lui» chiosa Cattarulla.
Lo scorso 13 settembre, poche ore prima di firmare il contratto che lo ha poi legato al Catania per la stagione in corso, l’ex allenatore biancorosso era al Franco Ossola, ad assistere al match Varese-Lanciano. Fece il giro dello stadio quel giorno Sannino, ma forse la prima persona a venire a sapere, direttamente dalle sue parole, dell’imminente approdo in Sicilia, fu . «Gli chiesi di passare a trovarmi in ufficio nei giorni seguenti e mi rispose che la cosa sarebbe stata impossibile, perché sarebbe volato a Catania per iniziare la nuova avventura» racconta Mauro, amico vero di Sannino. «Beppe è un professionista esemplare e sa bene come il risultato nello sport sia l’unica cosa che conta, però sabato vivrà sulla sua pelle qualcosa di speciale, perché l’esperienza in biancorosso lo ha segnato in tutto e per tutto e noi per sempre gli saremo riconoscenti per tutto quello che ha saputo darci». Parola chiave di quelle imprese: entusiasmo. «Sannino seppe riaccendere intorno alla squadra un interesse che mancava forse da vent’anni, per il suo modo di essere: un trascinatore, capace di dialogare indistintamente con tutti».
E come un personaggio amante della compagnia e delle serate fra amici lo ricorda anche Silvano Bossi, titolare del “Cuor di sasso” di viale Borri, covo del tifo biancorosso. «Abbiamo vissuto momenti indimenticabili, allo stadio innanzitutto, e poi qui, nel nostro ristorante – racconta Bossi – Appese alle pareti conserviamo le foto di tante cene, con Sannino in mezzo a noi, ma il ricordo più caro che porto di lui è legato proprio alla sua ultima presenza qui, da allenatore del Varese». E sabato, invece, sarà per la prima volta un avversario. «Ma io sono fiducioso, perché la squadra di Bettinelli ha dimostrato grinta e voglia di fare: sono sicuro che almeno un punto lo porteremo a casa».