«E con il Punto nascite sarà festa cittadina»

Il 20 febbraio anche l’altro reparto riaprirà e «solo allora avremo vinto»

Prossima tappa: la riapertura del Punto nascite dell’ospedale Ondoli di Angera. Da ieri la pediatria è tornata a funzionare. «Ma sarà festa soltanto quando il 20 febbraio riaprirà anche il Punto nascite. Quando entrambi i reparti chiusi torneranno a funzionare come prima», spiegano le mamme di Angera, diventate ormai simbolo di come una battaglia civile possa portare a dei risultati. Di come il parlare chiaro, ma senza demagogia o preclusioni all’ascolto dell’interlocutore di turno, possa alla fine riportare un servizio fondamentale in seno a un territorio.

Il 20 febbraio – la data è stata ufficializzata dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera pochi giorni – anche il Punto nascite tornerà a funzionare. «E quel giorno sarà festa cittadina», commenta il sindaco di Angera Alessandro Molgora quando, a inizio gennaio, si intravedevano i primi spiragli di speranza per la riapertura. E lo ribadisce oggi che quella speranza è diventata una certezza: «festa per la città di Angera, festa per tutto il territorio».

Territorio che si è mostrato compatto in questa battaglia per salvare i due reparti. Tutti i Comuni di riferimento del piano di zona relativo all’Ondoli sono sempre stati rappresentati. Ad ogni manifestazione, durante i presidi sul piazzale dell’ospedale, durante la fiaccolata di inizio anno alla quale hanno partecipato un migliaio di persone.

Un territorio compatto, che nelle mamme apolitiche e spinte solo dalla necessità di garantire un servizio ad altre madri e ai loro figli, hanno rovesciato le sorti del gioco. Va precisato che la legge che ha portato alla chiusura dei reparti è nazionale, varata dal Governo e non regionale.

Regione Lombardia si è impegnata a riaprire la Pediatria e a trovare 500milioni di euro per salvare dalla chiusura tutti i punti nascita (7 complessivamente) lombardi destinati alla chiusura. Il 20 febbraio ad Angera a festeggiare ci saranno tutti: amministratori, mamme, cittadini «ma soprattutto i bambini. Sono il nostro futuro».