Quella del Vela è una serata che non dovrebbe esistere organizzata da un’associazione che non dovrebbe esserci. Una serata che ti prosciuga prima e dopo perché vorresti raccontare tutto quello che hai avuto la voglia e la fortuna di conoscere e ricevere ma per quanto ti impegni non ci riesci mai. A volte perché ogni minuto genera qualcosa da aggiungere e altre perché non hai studiato abbastanza per tradurre emozioni, sguardi e pensieri in parole.
Quando con Sergio e Stefano è nata l’idea di costituire una associazione di promozione sociale abbiamo pensato solo agli aspetti positivi. Come quello di poter sfogare le rispettive passioni senza dover dipendere da nessuno, disposti a condividere con chi fa e rimbalzando chi delega o sfugge l’attenzione per gli altri. Presidente e vicepresidenti ci sono solo perché previsti dallo statuto e non per collezionare fotografie o portar saluti.
Nelle iniziative varesine come quelle svolte in ogni altra parte del mondo l’idea è rimasta la stessa: «Non occorre fare cose speciali, è sufficiente fare con amore cose normali». Ogni evento o incontro quasi mai è stato fine a stesso. Ogni volta che siamo arrivati in fondo pensando di salutare è nato un arrivederci. Dal Memorial Sandro Gianoli dedicato da Sergio al suo papà dal quale ha ereditato l’amore per il ciclismo, all’ultima arrivata – la Pedala con Zazà – che Stefano ha voluto per veder pedalare gli appassionati sulle strade della sua Valle Olona. Dal Gran Gala del Ciclismo Varesino di Sergio alle serate del Vela precedute da quelle a Villa Cagnola, Ville Ponti e Collegio De Filippi. Dalle donazioni alle realtà sociali più vicine a quelle in Burundi dove ogni progetto realizzato ne ha generato un altro e un altro ancora. Cose belle condivise con belle persone. Cose speciali perché normali.
Quando finisci nasce il rammarico di aver vissuto una bella cosa che vale la pena di raccontare per poterla “passare” ad altri perché questi altri abbiano la fortuna di poterla condividere con altri ancora.
Siamo esenti da amarezze e delusioni? Impossibile. Impegno e passione più sono genuini e importanti e più producono invidia. Critiche e obiezioni al vetriolo sono all’ordine del giorno da parte di chi non riuscendo o non volendo organizzare anche solo una cena tra amici sale sul pulpito per giudicare o sporcare chi fa. Della serie: avrà il suo tornaconto, avessi io il suo tempo libero, avessi io conoscenze e coperture. Antidoti? Solo l’età.
Con il passare degli anni te ne fai una ragione, diventi un po’ sordo e le diottrie diminuiscono. Tutto serve per andare avanti, tagliando rami secchi e riservando considerazione solo per i germogli che non mancano mai. In fondo, però, l’amarezza resta. L’io prevale ancora sul noi. Ecco perché questa volta al Vela è più importante chi siamo e non quanti siamo. Chi ancora oggi misura il significato di un’iniziativa dai minuti della sua presenza sul palco resti pure nel suo eremo. Prima o poi qualcosa o qualcuno lo convincerà che l’importante è esserci per crescere, conoscere e dare il cambio alla guida di un movimento come di una passione che per sopravvivere ha bisogno di un continuo ricambio.
Tutto pronto? Per una serata come quella del Vela non si è mai pronti. Ecco perché nonostante tutto vale la pena di viverla prima e durante con l’illusione che non duri lo spazio di una sera.
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