«Sono qui per cercare lavoro, dal momento che Cecco mi ha appena mandato via». Gianmarco Pozzecco è sempre un grande showman, anche quando l’occasione è di quelle ufficiali.
Ed eccolo allora esordire con una battuta a tema, nel giorno in cui la Pallacanestro Varese presenta proprio un’agenzia di lavoro interinale come nuovo main sponsor per la stagione 2014/2015. Non chiamatela più Cimberio, anche se il marchio resterà sulle maglie e nel cuore: da ieri infatti Openjobmetis è ufficialmente il nome con il quale la squadra biancorossa affronterà un campionato che tutto il pubblico varesino si aspetta di grande rilancio, dopo le delusioni della passata stagione. «E io sono molto contento di come abbiamo speso i soldi del nostro nuovo sponsor» ha scherzato ancora il Poz, ben consapevole di quanto si facciano invece serie le cose da questo momento in poi. «Perché fino ad ora la società ha lavorato per me e adesso quindi la palla è totalmente in mano mia: posso solo far danni».
Grande atmosfera ieri al PalaWhirlpool, in una giornata in cui si sono concentrati, oltre alla presentazione di Openjobmetis, anche il raduno della squadra e il primo abbraccio con i tifosi, accorsi nel pomeriggio in via Manin per ritrovare vecchi protagonisti e scoprire tanti volti nuovi.
Raggiante il Poz, soddisfatto di tutto quello che è stato, finora, il suo secondo impatto con Varese, da nuovo coach. «Sono contento della squadra, perché la società mi ha accontentato in tutto. Sono entusiasta di tutto ciò che mi circonda, perché ho intorno qualcosa di veramente importante e in questa particolare occasione, dopo aver ripetuto in tante circostanze il mio apprezzamento per il lavoro di Cecco Vescovi, voglio dedicare un pensiero a Max Ferraiuolo, persona perfetta per il ruolo che ricopre. E sono ovviamente felice di aver incontrato finalmente i ragazzi e di averli conosciuti: alleno da poco, ma finora ho sempre saputo stabilire coi miei giocatori un ottimo rapporto e spero possa essere così anche stavolta».
Poi sotto con speranze e obiettivi. «Innanzitutto, mi auguro di avere a disposizione il gruppo a ranghi completi al più presto possibile, dato che oggi mancano per questioni di visti e passaporti Okoye e Rautins: abbiamo una panchina non lunghissima e quindi il contributo di tutti sarà fondamentale, anche quello dei più giovani, come Lepri, Testa ed Edo Vescovi. Spero di trovare a Chiavenna, dove andremo in ritiro da lunedì prossimo, un’atmosfera ospitale e un po’ di quel calore che qui in città mi circonda ovunque, anche quando vado a fare la spesa al supermercato».
Varese, del resto, sogna. E il Poz lo sa bene. «Occorre sempre tener presente che questo per noi è un anno zero, per cui è giusto partire con un profilo basso, anche se io dico che, anche se ci vorrà un po’ di tempo, noi riusciremo a rivincere lo scudetto».
Il pensiero quindi vola già al 12 ottobre, la domenica del grande esordio in campionato, in casa contro Cantù. Con un’attesa ancora maggiore e grande curiosità per quello che potrà fare proprio il Poz al momento dell’ingresso in campo. «Di sicuro non farò riscaldamento» sorride ancora una volta il coach biancorosso. «Molto più probabile che piangerò. Anzi, forse è sicuro».
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