CARAVATE “Quest’anno festeggiamo il Natale. Per la prima volta da quando nostra madre è morta. Anzi, da quando è stata uccisa, sei anni fa. Chiediamo solo di riaprire il suo caso”. Cinzia, 35 anni, e la sorella Tina, 38, figlie di Giuseppe Piccolomo, il «mostro di Cocquio Trevisago», accusato dell’omicidio, con tanto di mutilazioni delle mani, di Carla Molinari, sperano solo “che lui non esca mai più dal carcere”. Quando giovedì lo hanno visto lasciare in manette la questura di Varese,
«con indosso la stessa giacca rossa che indossava ai funerali di nostra madre», hanno attraversato in un lampo stati d’animo diversi. Con lo choc iniziale che ha lasciato spazio alla consapevolezza «di vederlo finalmente dietro le sbarre anche se per un altro terribile delitto». “Perché non c’è dubbio che lui sia capace di fare – confermano Cinzia e Tina – quello di cui è accusato. È assolutamente possibile che abbia ucciso e mutilato quella donna. Se solo avessimo saputo prima di un suo legame con la povera pensionata avremmo potuto fornire noi stesse il suo nome agli inquirenti”.
(l’intervista integrale sul quotidiano “La Provincia di Varese” in edicola questa mattina)
v.colombo
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