ROMA – Joseph Aloisius Ratzinger era nato in Baviera il 16 aprile del 1927 e aveva vissuto le grandi contraddizioni del secolo. Teologo raffinato come pochi, profondo conoscitore delle scritture, non erano mancate ombre nel suo papato, tanto che la pressione delle varie fazioni ecclesiastiche lo aveva portato a fare “un passo indietro”. In carica quindi come Benedetto XVI, 265mo Papa della storia della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013, aveva avuto il “coraggio”, poi, di lasciare la guida della Chiesa, secondo nella storia di tutto il papato a farlo, per ritirarsi in preghiera. Era malato da tempo e nei giorni scorsi l’annuncio del peggioramento delle sue condizioni di salute fatto proprio da Papa Bergolio aveva tenuto la comunità cristiana in apprensione. Oggi intorno alle 10.30 il triste annuncio. Il Papa Emerito, Papa Benedetto XVI è morto.
Chi volesse avere una immagine realistica dell’uomo Ratzinger dovrà sapere che amava profondamente la musica classica – era un ottimo pianista – e il suo compositore preferito era proprio Mozart, la cui musica era definita dallo stesso papa “non solo intrattenimento” ma penetrando nell’anima – diceva – “contiene tutta la tragedia dell’esistenza umana”. Era anche amante dei gatti.
Un ritratto assai verosimile di Joseph Ratzinger papa è quello che ne ha fatto nel film The Two Popes, I due Papi, Fernando Meirelles nel 2019 (basato sull’opera teatrale dello stesso McCarten del 2017 “The Pope”, ndr), con uno splendido e fedelissimo all’originale – dicono – Anthony Hopkins nel ruolo proprio di papa Benedetto XVI. Film che ha il grande pregio di instillare il dubbio, e ribaltare un po’ i punti di vista delle reali personalità dei due Papi, rispetto a quello che i due Papi hanno avuto spesso in questi anni, nell’immaginario collettivo.
Del resto, per i puristi della Chiesa era lui il “vero” papa. Ma da oggi la Chiesa ritorna a essere guidata solo da Papa Francesco.