«Questa esperienza drammatica è stata un big bang. Ora per la nostra montagna una ripartenza e un rilancio. L’impegno di Regione Lombardia ci conforta». Parole del sindaco di Luvinate , che nei giorni dell’emergenza ha svolto un ruolo di coordinamento degli enti locali e di cerniera rispetto a Regione. Ieri ha pubblicamente ringraziato il governatore Roberto Maroni: «Durante l’emergenza mi ha chiamato e siamo rimasti costantemente in contatto, io lo aggiornavo continuamente».
Era quello che ci aspettavamo. Condividiamo in pieno le tre priorità: messa in sicurezza dei sentieri, prevenzione del rischio idrogeologico, per noi fondamentale, perché nelle nostre vallate ora il rischio è che in caso di bombe d’acqua tutto il materiale abbandonato scenda a valle in paese, infine la ripiantumazione, che però si farà in primavera.
L’avvio di un tavolo di lavoro permanente, che Maroni ha confermato e che si farà al Pirellino di Varese con il dirigente dell’Utr Conti, il Parco e i Comuni, dall’altro l’impegno finanziario, che è la cosa più importante.
Molto. Ora è la politica che deve fare la sua parte, Comuni ed enti competenti, ovvero Parco e Regione. Ora più che mai è fondamentale che le esigenze del territorio arrivino a chi fa politica affinché si diano le risposte. È quello che sta accadendo, le premesse ci soddisfano.
Con questa pioggia è assolutamente sistemata. Ora però occorre intervenire subito con la messa in sicurezza. Sono gli stessi allarmi meteo a richiamare l’attenzione per il rischio idrogeologico proprio nei Comuni interessati dagli incendi.
Il rischio era già riconosciuto, un’estrema fragilità delle nostre montagne, tra il fronte dell’ultimo abitato e dei primi alberi. Prima di questa vicenda avevamo già messo in campo, con Ersaf, un progetto di risistemazione complessiva delle nostre valli, su cui avremmo lavorato in primavera per accedere ad eventuali finanziamenti regionali. Ora quel che è successo rende non più procrastinabili ed urgenti queste azioni. L’incendio ha drammatizzato questa esigenza, occorre intervenire.
Nelle prossime due settimane il Parco, insieme a Regione e Comuni, andrà ad esaminare nel dettaglio numeri, circostanze e zone, per poter quantificare le risorse necessarie in modo da consentire di prendere i necessari provvedimenti in sede di stanziamento di bilancio.
È stata un’esperienza drammatica ma io l’ho definita un “big bang”, una ripartenza per la nostra montagna. Rimane la consapevolezza che sui nostri territori siamo davvero in buone mani: i volontari sono stati veramente incredibili, ed è emerso che abbiamo un sistema di protezione civile che è più che buono, eccellente, per professionalità, dedizione, competenze. Ai volontari Prociv e alle Guardie ecologiche volontarie del Parco Campo dei Fiori non possiamo che dire grazie. Rimane anche l’attaccamento che la gente ha dimostrato, se nei nostri piccoli Comuni si sono formate squadre di 100-200 persone che giravano per i sentieri a fermare i curiosi per poter far sì che i volontari lavorassero al meglio.
La speranza di una ripartenza, di una riscoperta dei bisogni della nostra montagna, magari di qualche cambio di rotta nelle politiche ambientali degli ultimi anni. È il momento del rilancio.