«Maurizio Sabatini era un grande uomo e un grande amico. Ha attraversato mille peripezie conservando la fede. È stato un amico di CL e di esperienza politica. Siamo stati infatti fra i primi a impegnarci in politica» così Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, ieri a Casbeno per il funerale di Maurizio Sabatini, sindaco di Varese dall’85 al ’90.
Insieme a Formigoni, in una chiesa affollata, c’era il cuore storico della Dc Varesina.
E gli ex amministratori di Varese, da Luciano Bronzi a Angelo Monti, passando per il segretario generale Antonio Conte, il dirigente della sanità lombarda Carlo Lucchina, l’ex sindaco Giuseppe Gibilisco, l’ex consigliere Ferdinando Spandri, e tanti altri ancora. Medici, avvocati, volti della politica di ieri e di oggi e semplici cittadini. «Ricordo Maurizio come un uomo molto forte, che ha segnato la storia di Varese – afferma Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio della Regione Lombardia – Noi siamo sempre stati un gruppo di amici che hanno fatto politica e lui ha lasciato un segno indelebile». Commosso Enrico Angelini, ex assessore ai servizi sociali del comune di Varese, che definisce Sabatini «un maestro di umanità e un genio della politica». «È stato una testa lucida dell’ultima parte della storia d’Italia – continua Angelini – Ha saputo dimostrare la sua umanità in mille modi».
«Per tutti noi è stato un coach – è il ricordo dell’ex assessore ai lavori pubblici Carlo Baroni – Lo chiamavamo “coach” perché sapeva essere un amico e un maestro».
In chiesa c’erano anche l’attuale sindaco di Varese Davide Galimberti e l’assessore Roberto Molinari. Roberto Puricelli, ex presidente del Consiglio Comunale e l’ex segretario Antonio Bianchi. Il preside della scuola Manfredini Giulio Cova, il presidente del banco alimentare Andrea Benzoni. Tanti poi gli amici e i conoscenti che hanno voluto abbracciare i famigliari di Sabatini.
Alla moglie Maria Stella, e ai quattro figli, si è rivolto don Lorenzo Di Pietro nella sua omelia. «Cara Maria Stella – ha detto don Di Pietro dall’altare – Sono sicuro che Maurizio mi avrebbe detto “prete, davanti alla morte non mi aspetto meditazioni più o meno banali. Piuttosto torna ad annunciare quello che la chiesa dice sulla morte. La morte è un nemico contro cui Dio ha combattuto. La morte è l’ultimo nemico dell’uomo. Poi l’obbedienza ha trasformato la maledizione in una benedizione. Di questa nuova vita siamo gli uni testimoni degli altri, proprio come Maurizio è stato testimone di fede e dignità in una vita non facile».
Don Di Pietro, amico della famiglia Sabatini, ha detto che Maurizio ha rivolto l’ultimo sguardo al cielo il 24 dicembre: «la sua morte è arrivata nel giorno della vigilia di Natale, un giorno in cui si sente il peso del lavoro, delle ingiustizie, degli errori, ma anche la gioia per i preparativi e per l’attesa del bene certo. Ora Maurizio, che ha testimoniato il dono della fede, vede tutto con verità».
Alla fine della funzione religiosa, un lungo corteo ha accompagnato Maurizio Sabatini al cimitero di Casbeno dove è stato sepolto, sotto un cielo grigio, mentre pioveva fitto.