Scompare la terza pista dal nuovo masterplan di sviluppo dell’aeroporto di Malpensa. Fino al 2030, perlomeno, non se ne parlerà più. E l’ampliamento dell’area cargo, a sud (sul territorio di Lonate Pozzolo), sarà di 60 ettari e non di 330. «La realtà è cambiata e dobbiamo tenerne conto. Malpensa non potrà più essere un hub, ma sarà un grande aeroporto intercontinentale punto a punto – dichiara il presidente Sea – Questo non significa che siamo rinunciatari o rassegnati. Si tratta piuttosto di perseguire un nuovo modello, di essere comunque attrattivi. Si può crescere senza investire in consumo di suolo e infastrutture».
Il nuovo piano di sviluppo prevede di arrivare tra i 28 e 32,5 milioni di passeggeri al 2030, con almeno un milione di passeggeri in più non originanti a Malpensa, ossia che non iniziano il loro viaggio in brughiera, ma che faranno scalo in questo aeroporto. Del resto, spiega il presidente Sea,«gli 8,5 milioni di viaggiatori in transito che c’erano nel 2009, ora diventati 300mila, non li recupereremo più». La cifra di 25 milioni di passeggeri che Malpensa avrebbe dovuto totalizzare nel 2009,
secondo il masterplan precedente, teneva ancora conto della presenza di Lufthansa Italia, quale soluzione possibile per dare slancio a un possibile altro hub della compagnia aerea tedesca, che aveva aperto una “succursale” italiana. Ad oggi, invece, Malpensa conta circa 18 milioni di passeggeri l’anno. Dunque il nuovo piano di Sea ne aggiunge almeno altri 10 milioni nei prossimi 15 anni. In che modo? Con quali infrastrutture? «Non ci vorrà una terza pista, ma l’ottimizzazione di svincoli e raccordi che consentirà agli aeromobili di liberare più in fretta le due piste attuali, di impiegare meno tempo dall’atterraggio alla piazzola di sosta o al finger e di effettuare avvicinamenti paralleli – la sintesi di Modiano – Con investimenti sostanzialmente marginali riusciremo ad avere un +10% di movimenti aerei arrivando a 340mila movimenti l’anno, contro i 310mila attuali».
Il nuovo modello, reso possibile da studi di Enav, «non piega Malpensa, ma la rafforza e la rilancia»: ne è certo Modiano. Che aggiunge: «Al mio arrivo eravamo preoccupati, poi ci ha preoccupato il decreto Lupi, ma l’anno scorso il +11% di voli intercontinentali ci ha dato fiducia, perché questa è la ragion d’essere di Malpensa: sono questi voli che danno dignità a questo aeroporto. E siamo ottimisti per il futuro». Da una parte le rotte intercontinentali da perseguire, dall’altra i voli a breve raggio che reggono alla perfezione. Basti pensare a easyJet con 21 aerei basati al terminal 2. Inoltre le merci, per le quali, nel 2030, si prevede di raggiungere il milione di tonnellate. Alla revisione di contenuto del masterplan di sviluppo di Malpensa si aggiunge il cambiamento della metodologia. Così Modiano: «Non sarà più un prendere o lasciare, ma un esperimento di progetto e di democrazia. Metteremo a disposizione di tutti gli stakeholders le informazioni e le riflessioni fatte, per arrivare a una decisione il più possibile condivisa. Incontreremo tutto ciò che si muove nel mondo dell’ambientalismo». E ci sarà la valutazione d’impatto sulla salute. Nel quarto trimestre del 2016 Enac consegnerà il nuovo masterplan alle commissioni di valutazione.