Il 30 dicembre 2017 l’allora direttore Francesco Caielli scriveva il suo ultimo editoriale prima della chiusura (oggi possiamo dire lunga ma temporanea) ringraziando lettori e collaboratori ma salutando soprattutto quelli “che state godendo”. È a loro che va il mio primo saluto: torneremo a dare fastidio, a raccontare quello che altri tacciono, ad essere una lente d’ingrandimento sulla città di Varese, la sua provincia e la Lombardia più in generale.
La storia di questi 1628 giorni racconta di un gruppo di amici che ha intrapreso tempo fa l’arduo compito di rilevare questa testata per ridarle vita e che mi ha dato la grande opportunità di ritornare ad occuparmi di comunicazione, il mio primo ed unico amore (si parla di lavoro, ovviamente).
Il rilancio di una testata storica come “La Provincia” è stato vissuto come un imperativo sin dall’inizio: era necessario superare le barriere burocratiche ma era anche necessaria una visione che accomunasse gli imprenditori coinvolti nell’operazione di restyling.
Molte delle componenti che faranno di nuovo de La Provincia un giornale di successo sono attive, e intendo imprenditori vogliosi e consci dell’impegno, dipendenti e collaboratori operanti sul territorio, aziende pronte ad investimenti pubblicitari che saranno la linfa vitale dell’iniziativa: a tutto questo confido che si aggiungeranno presto tanti fedeli lettori, ogni giorno in numero crescente, dimostrandoci l’affetto di cui abbiamo bisogno.
E sarà nostro compito, il mio in primis, non deluderli: sappiamo che molti di voi hanno continuato in questi 53 mesi a visitare la nostra homepage nella speranza di trovare qualche segno di risveglio e sappiamo anche che quello che vi aspettate da noi non è un semplice segno di vita ma una forte, costante, seria ed imparziale presenza sul territorio per raccontarvi quello che succede, quello che non succede e dovrebbe succedere e quello che non dovrebbe succedere a Varese e provincia.
Un augurio di buon lavoro a tutti noi e buona lettura.
Federico P. Trussoni