Il Cairo, 15 ago. (TMNews) – “Processo oggi a Adly… domani a
Mubarak”. Con questo titolo stamani il quotidiano al Ahram ha
Come per la prima udienza, lo scorso 3 agosto, anche la seconda
che si apre oggi al tribunale allestito all’Accademia di
Polizia del Cairo, verrà seguita con grande attenzione dalla popolazione egiziana: i media locali si preparano a dare grande copertura al processo che vede l’ex presidente Hosni Mubarak imputato di corruzione e, soprattutto, dell’uccisione di circa 850 dimostranti. Non pochi attendono di vedere se le telecamere della televisione di stato insisteranno, come due settimane fa, nel riprendere Mubarak disteso sulla barella all’interno della gabbia degli imputati assieme ai figli Gamal e Alaa (accusati di corruzione).
D’altronde che il raìs alla sbarra faccia sempre notizia lo
dimostra anche l’appello a tenere un raduno con centinaia di
migliaia di persone oggi davanti all’Accademia di Polizia
lanciato dagli attivisti della “rivoluzione del 25 gennaio” e da
vari blogger come dimostrazione di forza nei confronti di coloro
che continuano a sostenere Mubarak. A Mubarak non mancano gli appoggi e nuovi avvocati si aggiungono ogni giorno che passa al collegio di difesa, tra i quali persino alcuni kuwaitiani.
Mubarak però gode di pochi simpatizzanti tra la gente comune e un buon numero di egiziani lo vedrebbe con piacere salire sul patibolo. Allo stesso tempo da qualche giorno si nota un atteggiamento più comprensivo nei confronti dell’ex presidente da parte di alcuni mezzi d’informazione e di certi ambienti della politica vicini anche se non compromessi con il passato regime. Si dice che a favorirlo siano i generali del Consiglio supremo delle Forze Armate (Csfa) – che dallo scorso febbraio gestiscono la difficile transizione dell’Egitto verso la democrazia – i quali dopo aver mantenuto la promessa di far processare Mubarak, adesso preferirebbero evitare la sua condanna al massimo della pena.
Nti/Aqu
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