Elephant Man, Olivander… e non solo. Addio a John Hurt. Uno, qualcuno e centomila

Venerdì è morto John Hurt, piegato a 77 anni da una battaglia che da tempo cercava di combattere. Alla fine, il cancro ha avuto la meglio sull’eclettico caratterista britannico. Sessant’anni di carriera e oltre duecento apparizioni tra film e serie tv: un solo uomo e centinaia di volti diversi.


Nel film Alien di Ridley Scott la fine del tuo personaggio con l’alieno che buca l’addome è diventata iconica.


Per il ruolo dell’uomo deforme e sensibile nel film The Elephant Man di David Lynch, avevi addirittura ricevuto la nomination agli Oscar.


Indimenticabile qui è stata la tua voce: carismatica e malvagia. Sei stato il terribile stregone Lich in Taron e la pentola magica.

La scena di Alien era stata un successo, tanto che ti è toccato reinterpretarla nel capolavoro Balle Spaziali di Mel Brooks.

Credo che Hogwarts abbia con te un grosso debito, visto che sei stato il volto del costruttore di bacchette magiche per tutta la saga di Harry Potter.

Non è facile crescere i figli, soprattutto se si decide di adottare un diavolo rosso arrivato dall’aldilà attraverso un portale, dall’indole combattente e chiamato Hellboy.


Sei apparso anche nella storica serie tv Doctor Who stravolgendo completamente le precedenti e successive reincarnazioni. Un passaggio veloce, ma sufficiente per lasciare un’impronta indelebile.


Non è stata la tua ultima interpretazione, visto che Snowpiercer di Bong Joon-ho è uscito nel 2013, ma è stata sicuramente di notevole impatto emotivo. Qui hai interpretato un anziano uomo a capo (?) di una ribellione volta a conquistare la testa di un treno, dove ormai era costretta a vivere tutta l’umanità a causa di una nuova era glaciale.