L’elezione dell’Assemblée Nationale stravolge gli equilibri pregressi: stando alle prime proiezioni, Emmanuel Macron con la sua coalizione Ensemble! è lontano anni luce dalla maggioranza assoluta necessaria per governare, 289 seggi.
Nel primo mandato aveva collezionato 341 deputati, oggi ne avrebbe tra 205 e 235 ed è tallonato da Nupes, la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon (170-190 seggi).
Marine Le Pen mai così in alto
Il successo più vistoso, però, è quello del Rassemblement National di Marine Le Pen, che decuplica il numero di deputati eletti: erano 8, saranno fra 75 a 95, terza forza del Paese. “Siamo riusciti ad eleggere un gruppo molto forte di deputati all’Assemblea, che d’ora in poi sarà ancora più nazionale”, ha commentato Le Pen. “Sarà di gran lunga il più numeroso della storia della nostra famiglia politica”.
Mentre continuano ad arrivare le notizie di ministri del governo e di personalità vicine a Macron che sono state battute e – secondo le regole dettate proprio dal presidente in carica – dovranno dimettersi, si profila una situazione di ingovernabilità.
La forza più “moderata” con la quale il governo potrebbe negoziare, la destra dei Républicans, dovrebbe prendere fra 60 e 75 seggi, per la prima volta meno di quelli dell’estrema destra della Le Pen.
Un dialogo difficile
Macron avrà vita durissima con avversari così nettamente schierati contro di lui (e ciò che rappresenta). Entrambi – Mélenchon e Le Pen – hanno fatto in questi anni dell’anti-macronismo la loro cifra principale. “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo – ha proclamato non a caso Mélenchon -, far crollare l’uomo dell’arroganza. Il crollo di quest’uomo che dava lezioni a tutti è davanti a tutti, è senza appello”.