Buenos Aires, 28 giu. (Apcom) – Il presidente Cristina Kirchner e
suo marito, l’ex capo dello stato Nestor Kirchner (2003-2007),
rischiano oggi per la prima volta dal loro arrivo al potere di
perdere il controllo del Congresso, in occasione delle elezioni
di metà mandato.
Gli argentini hanno iniziato a votare alle 8 locali (le 13 in
Italia) e le urne resteranno aperte fino alle 18 (le 23 italiane)
per rinnovare la metà dei seggi della camera dei deputati e un
terzo di quelli del Senato. L’ex pilota di Formula 1 e candidato
ala carica di senatore, Carlos Reutemann, ritenuto un potenziale
candidato alla presidenza nel 2011, è stato uno dei primi a
votare in una piccola località della provincia di Santa Fe
(centro-est).
Il capo del partito peronista Nestor Kirchner, candidato nella
provincia di Buenos Aires, è ‘gomito a gomito’ con il suo
avversario, Francisco de Narvaez che incarna in seno al partito
peronista il ritorno delle idee neo-liberali dell’ex presidente
Carlos Menem (1989-1999). Imporsi nella periferia di Buenos Aires
(centro-est), dove vota il 40 per cento degli elettori,
permetterebbe all’ex presidente di ridimensionare un’eventuale
sconfitta al Congresso. Kirchner, anche se originario della
Patagonia (estremo sud), punta sui sobborghi poveri della
capitale per fare la differenza.
Sa che nelle principali città
(Buenos Aires, da sempre anti-peroniste, Rosario e Cordova,
legate al mondo rurale) e nelle campagne, la sua parta si trova
in difficoltà. L’opposizione rappresenta il 70 per cento
dell’elettorato rispetto al 30 per cento del partito al potere,
ma è spaccata tra peronisti di destra delusi del kirchnerismo,
socialdemocratici, socialisti e partiti di minoranza di sinistra.
Da parte loro, gli agricoltori vogliono far scontare alla
Kirchner il suo conflitto con il mondo rurale. La decisione del
governo di aumentare brutalmente del 25 per cento la tassa
sull’esportazione della soia, la principale ricchezza del Paese,
paralizzò l’Argentina per sei mesi lo scorso anno. Un conflitto
che ha duramente intaccato il prestigio del presidente, il tasso
di popolarità del quale è sceso dal 55 a meno del 30 per cento.
Kirchner ha drammatizzato l’appuntamento con le urne, lanciando
l’allarme su “un ritorno al caos del 2001”, la peggior crisi
economica della storia argentina. “Questa è più di un’elezione: è
una scelta tra il ritorno al passato e il consolidamento di un
progetto nazionale”, ha affermato la moglie del presidente,
favorevole alle nazionalizzazioni. Per la prima volta, Kirchner
arriva alle elezioni in un contesto economico sfavorevole.
L’Argentina è entrata in recessione secondo gli economisti, che
contestano i dati del governo. E’ ormai finito il tempo dei tassi
di crescita all’8 per cento, frutto del rialzo dei prezzi delle
materie prime e della politica di nuova industrializzazione, che
avevano permesso di raddrizzare l’economia dopo la crisi del 2001.
Fco
281437 giu 09
Cep
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