Oggi, domenica 24 novembre, i cittadini romeni residenti all’estero si sono recati alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali 2024. A Varese, il seggio allestito presso la palazzina comunale di via Copelli 5 ha accolto elettori provenienti non solo dal Varesotto, ma anche dall’Alto Milanese e dal Canton Ticino.
Un voto vissuto con partecipazione e orgoglio
Nonostante il clima informale, il seggio ha visto un grande afflusso, soprattutto nel pomeriggio, con molti elettori che si sono presentati in famiglia, spesso scattando foto ricordo davanti al seggio. Secondo il responsabile, solo nella giornata di sabato si sono registrati circa 600 votanti, anche se un dato complessivo è difficile da stimare, non essendo prevista una registrazione obbligatoria al voto all’estero.
Un mosaico di esperienze
Tra i votanti, incontrati sul piazzale, si trovavano autisti di camion, operatori sanitari, badanti, lavoratori digitali e anche turisti di passaggio, che hanno colto l’occasione per votare e visitare Varese. Molti hanno condiviso una visione di doppia appartenenza: radicati in Italia, ma con il cuore ancora legato alla Romania, spesso sperando di tornare un giorno.
Una corsa a tredici: ballottaggio quasi certo
Tredici candidati si contendono la presidenza, ma è quasi scontato un secondo turno. I favoriti sono Marcel Ciolacu, attuale premier e leader del Partito socialdemocratico (centrosinistra liberale), e George Simion, leader dell’Alleanza per l’unità dei romeni (estrema destra). Seguono nei sondaggi l’ex premier Nicolae Ciucă (centrodestra liberale) ed Elena Lasconi, esponente progressista.
Temi caldi: economia e politica estera
La campagna elettorale è stata dominata da dibattiti sull’economia e sulle relazioni internazionali, tra il filo-occidentalismo e l’influenza russa. Tra i nomi esclusi spicca Diana Șoșoacă, europarlamentare filorussa, che potrebbe spostare parte del suo elettorato verso Simion.
L’impegno degli espatriati
Molti elettori intervistati sottolineano il desiderio di partecipare, anche affrontando spostamenti significativi per raggiungere il seggio. Una comunità compatta che, con orgoglio e speranza, continua a vivere la democrazia a cavallo tra due mondi.