Una recente dichiarazione dell’assessore regionale ai Trasporti ha scatenato un acceso dibattito sulla questione del bonus ritardi di Trenord in Lombardia. L’assessore aveva sostenuto che la cancellazione del bonus era una mossa necessaria per adeguarsi alle normative dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Tuttavia, Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd, ha contestato questa affermazione, sostenendo che non vi era alcun obbligo legale e che la decisione della Giunta lombarda era stata presa per risparmiare sulle spalle dei pendolari.
Astuti ha recentemente portato alla luce nuove informazioni, dimostrando che in Toscana il bonus ritardi è ancora in vigore e calcolato su un periodo di 5 minuti di ritardo, a differenza della Lombardia dove l’indennizzo viene riconosciuto solo su ritardi di 15 minuti e solo su richiesta dell’utente. Questa disparità nelle politiche di compensazione ha sollevato critiche sulla disparità di trattamento degli utenti lombardi rispetto ad altre regioni. Questo contrasto mette in discussione la decisione della Giunta lombarda di eliminare il bonus, suggerendo che altre opzioni erano possibili.
La decisione della Giunta lombarda di passare all’indennizzo anziché al bonus ha suscitato preoccupazioni tra gli utenti, soprattutto per la necessità di richiedere attivamente il rimborso e per il periodo di ritardo considerato. Astuti ha sottolineato che questo ha portato a una drastica diminuzione delle direttrici regionali su cui viene riconosciuto il rimborso, indicando una situazione peggiore per gli utenti lombardi rispetto al passato.
In conclusione, le nuove informazioni portate alla luce da Astuti sollevano interrogativi sulla decisione della Giunta lombarda e sulla sua efficacia nel garantire un servizio equo e affidabile per i pendolari. La situazione evidenzia la necessità di una revisione delle politiche di compensazione dei ritardi ferroviari per garantire un trattamento equo per tutti gli utenti.