Messa in prova per Elisabetta Ballarin: coinvolta nel delitto di Mariangela Pezzotta attribuito alle bestie di Satana adesso è libera. Condannata a 22 anni per il coinvolgimento in un omicidio compiuto dalla setta delle “Bestie di Satana” – quello di Mariangela Pezzotta, uccisa il 24 gennaio 2004 a colpi di pistola e badilate dal suo ex fidanzato Andrea Volpe in uno chalet di Golasecca, Varese – in serata ha lasciato il carcere e ora inizierà
un percorso di affidamento ai servizi sociali. Elisabetta si è lasciata alle spalle la cancellata scorrevole della casa di reclusione di Verziano, a Brescia. Mentre era in carcere si è messa sui libri – ha anche conseguito una borsa di studio del Comune per creare percorsi didattici museali – e si è laureata. Poi ha iniziato a dedicarsi a stage e lavori socialmente utili. Gli ultimi anni di detenzione li ha scontati in regime di semilibertà proprio per studiare e lavorare. Nel 2012 ha conseguito la laurea triennale con 110 e lode in Didattica dell’Arte all’Accademia di Santa Giulia di Brescia. Nel 2015 ha completato l’iter formativo con la specialistica in Comunicazione e grafica. Nel 2013 ha trascorso la stagione estiva facendo la guida turistica a Montisola, sul lago d’Iseo. L’anno seguente la si è vista entrare e uscire dalla redazione di un quotidiano locale dove ha trascorso 150 ore di stage. Nel frattempo – era il 2013 – ha scritto personalmente all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere la grazia, una domanda sottoscritta anche dall’allora sindaco Adriano Paroli e dal padre di Mariangela. Silvio Pezzotta in passato aveva dichiarato di aver perdonato Elisabetta e che per lei la porta di casa sua sarebbe sempre stata aperta.