È stato arrestato a Busto Arsizio un italiano cinquantenne il quale deve rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, violazione del divieto di ritornare a Busto Arsizio, possesso ingiustificato di coltello e minaccia aggravata. Con un coltello ha minacciato di sgozzare altre persone e i poliziotti intervenuti, ma è stato disarmato e arrestato.
È stata una serata ad alta tensione quella vissuta dalle parti di Busto Arsizio, anche se per fortuna, grazie al tempestivo intervento da parte dei poliziotti del commissariato,
non ci sono state ripercussioni negative sugli agenti e tantomeno su innocenti cittadini.
Secondo la ricostruzione sommaria dei fatti, la faccenda è avvenuta intorno alle 11.30 di domenica 23. La volante del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio è accorsa alla stazione delle Ferrovie dello Stato, dove era stata segnalata la presenza di un uomo molto agitato che minacciava altre persone con un coltello. Appena arrivati sul posto gli agenti hanno riconosciuto l’esagitato: si trattava di F.G., italiano di 50 anni residente a Lonate Pozzolo, che oltre ad essere stato più volte denunciato a piede libero per reati per lo più commessi sotto l’influsso dell’alcool, è destinatario anche della misura di prevenzione con la quale il Questore di Varese gli ha vietato di raggiungere Busto Arsizio.
Una vicenda spiacevole che avrebbe potuto anche avere conseguenze ancora più devastanti. L’uomo, vedendo le divise, avrebbe rivolto le sue attenzioni contro i poliziotti insultandoli e minacciando di sgozzarli con il coltello che teneva in tasca, così come avrebbe voluto fare – diceva – nei confronti di un altro individuo che in quel momento osservava la scena spaventato. Gli agenti sono tuttavia riusciti a bloccare F.G. e a toglierli il coltello da cucina che aveva in tasca, ammanettandolo e arrestandolo.
Le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale, violazione del divieto di ritornare a Busto Arsizio, possesso ingiustificato del coltello e minaccia aggravata nei confronti dell’altro frequentatore della stazione, responsabile, sempre stando alle valutazione degli investigatori, come si è successivamente appurato, di aver chiamato le Forze dell’Ordine il giorno prima a causa di analoghe intemperanze di F.G.