– Sorpreso in un negozio con una pistola infilata nella cintura dei pantaloni: sessantenne arrestato per porto abusivo di arma da sparo e ricettazione.
Il giallo sull’arma: cosa aveva intenzione di farci l’arrestato? Una rapina? O peggio? Secondo indiscrezioni gli inquirenti sarebbe certi dell’intenzione del sessantenne di utilizzarla quell’arma. Nessun altro dettaglio però trapela: resta il mistero sulle intenzioni, giudicate sicuramente pericolose da chi sta coordinando le indagini, sul destino di quella pistola. Una pistola di provenienza illecita: un’arma rubata, vista l’accusa di ricettazione a carico del sessantenne, ma senza matricola abrasa.
Per i carabinieri della stazione di Viggiù è stato così possibile immediatamente accertare che era stata rubata tempo fa. Per ora gli inquirenti non aggiungono altri dettagli sul dove e sul quanto. Il dettaglio della matricola presente, che avrebbe reso la pistola tracciabile (come di fatto avvenuto) in caso di ritrovamento, suggerirebbe l’azione di un principiante. O comunque di qualcuno non abituato a trafficare in armi rubate: lo stesso sessantenne, che di quell’arma è entrato in possesso in modo misterioso (comprandola di sottobanco forse) non ha pensato di renderla anonima.
L’uomo è noto alle forze di polizia, ha problemi di tossicodipendenza e alcolismo, e vive di espedienti. Ha un carattere particolarmente rissoso, ma non ha un alto profilo criminale. Più che altro si muoverebbe a caccia di denaro facile per droga e alcol. Per questo una delle ipotesi sulla sua presenza armata in un negozio potrebbe essere quella della rapina “in grande” stile. Quanto meno nel suo immaginario. In ogni caso i carabinieri lo hanno battuto sul tempo in modo deciso.
I militari hanno fermato l’uomo in un negozio di via Sant’Elia a Viggiù. Il sessantenne non impugnava la pistola, la portava infilata alla cintola sulla schiena. L’arma è stata individuata dopo la perquisizione personale. Come i carabinieri abbiano intuito che il sessantenne si trovasse in quel negozio armato di una pistola che non avrebbe mai dovuto possedere resta a sua volta un mistero. Gli inquirenti non hanno lasciato trapelare nulla: le indagini e gli accertamenti sono ancora in corso.
La pistola è una Beretta calibro 7.65 con 11 munizioni e due caricatori, oleata e perfettamente funzionante. Un’arma che avrebbe potuto sparare, non certo un vecchio ferro arrugginito. Di qui il pericolo e l’intervento praticamente istantaneo dei militari della stazione di Viggiù con il supporto degli agenti della polizia locale. All’arresto ha preso parte in modo diretto anche il comandante della compagnia carabinieri di Varese. Il sessantenne sarà ascoltato dal gip in sede di udienza di convalida. In quella sede potrebbe spiegare la provenienza dell’arma e in particolare perché la possedesse. La custodiva per qualcuno? Ma allora perché portarsela in giro infilata nella cintura con il rischio, come è accaduto, di essere scoperto? Lo stesso arrestato potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere.
L’arma in ogni caso è per fortuna stata tolta dalla circolazione.