VARESE Decisione definitiva o ennesima pantomima? La richiesta di espellere Marco Reguzzoni è stata votata quasi all’unanimità dal consiglio nazionale della Lega Lombarda nella serata di mercoledì. E già la mattina del giorno dopo Umberto Bossi, in qualità di presidente federale del partito, che presiede anche il Comitato di disciplina e garanzia, sembre porre il proprio veto. La questione, insomma, si fa spinosa.
La decisione presa dal nazionale dovrà infatti passare al vaglio del consiglio federale, l’organo supremo presieduto da Roberto Maroni. E si prospetta una sua approvazione, dal momento che difficilmente il nazionale ha preso una decisione del genere senza il via libera di Bobo. Anzi, dal Carroccio fanno sapere che il provvedimento passerà con un’ampia maggioranza anche in sede federale. Sebbene la data della convocazione, probabilmente settimana prossima, non è stata ancora decisa.
Tuttavia, secondo il nuovo statuto, per i militanti che hanno più di 10 anni di anzianità (ed è il caso proprio di Reguzzoni) c’è la possibilità di appellarsi all’organismo presieduto da Bossi. E l’Umberto, se da una parte prende tempo, dall’altra sembrerebbe restio ad avallare la richiesta del nazionale.
A Palazzo Estense, appena gli viene chiesto un commento, il Senatùr ammette di non aver seguito l’esito della riunione della sera prima: «Non so niente». Gli viene detto che voglio cacciare via Reguzzoni.
E subito è un fiume in piena: «Ah beh, se va avanti così, questi sono un po’ matti. Tanti anni per mettere in piedi un’organizzazione e questa notizia… alla fine non resterò lì neppure io».
A lui spetta però l’ultima parola sulle espulsioni e prende tempo. Non dice chiaramente che vorrà respingere l’espulsione di Reguzzoni. Ma lo fa capire «Vedremo. Io non ho mai messo nessuno fuori dalla Lega, tranne chi si era venduto visibilmente» commenta Bossi. Il quale infine risponde negativamente quando gli viene chiesto se nascerà una nuova Lega.
Ed è proprio questo il punto. Se la richiesta di espulsione fosse stata votata da una maggioranza meno schiacchiate (25 favorevoli,
1 contrario ed 1 astenuto) probabilmente avrebbe già detto di volerla respingere. Ma di fronte a questi numeri occorre una certa cautela. Di sicuro, in passato l’ ex leader non si è mai fatto problemi di andare contro la maggioranza. Ma ai tempi ?governava? la Lega senza problemi. Oggi la situazione è diversa. E il suo primo pensiero è quello di non spaccare il partito, a quanto sembra. Il Senatùr è apparso stanco e deluso dall’ennesimo scontro interno al Carroccio. Ma la decisione sul da farsi non l’ha ancora presa, o almeno non l’ha voluto dire. Marco Tavazzi
b.melazzini
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