– Incendio tragico al poligono di Olgiate Olona, il caso torna in tribunale. Ieri mattina in tribunale a Busto Arsizio è stato il turno dei testimoni che quel maledetto pomeriggio del 7 settembre 2013 si trovavano in corsia a sparare. Un drammatico pomeriggio: tra le fiamme che divamparono all’interno della struttura perse la vita il gallarates. Una vicenda terribile che vede imputati con l’accusa di omicidio colposo e , commissario di tiro e presidente del poligono al tempo dei fatti. Titolare del fascicolo per la Pubblica Accusa è il Pm , mentre il giudice è . I due imputati sono difesi dall’avvocato , mentre la difesa delle parti civili è stata affidata agli avvocati e .
Ieri mattina sono sfilati in aula in particolare i “tiratori” che poco prima che scoppiasse l’incendio si stavano esercitando all’interno della struttura. E’ stata definita la mappa delle sei corsie, dalla più lontana a quella più vicina all’uscita. Sono stati ricostruiti i momenti immediatamente successivi allo scoppio dell’incendio e sono state descritte le procedure di sicurezza messe in atto per portare in salvo tutte le persone che in quel momento erano dentro. E’ emerso ad esempio che vi furono due momenti ben distinti,
confermati da tutti i testimoni oculari: «Ho visto – racconta uno dei tiratori – che sulla mia linea si era acceso questo fuocherello e ho avvisato Romagnolo che è subito intervenuto per sedare l’incendio. Inizialmente sembrava che le fiamme fossero state domate, ma in realtà non era così. Le fiamme stavano attecchendo. A quel punto ci è stato detto di uscire subito». «Quando Romagnolo ha visto che le fiamme non si erano spente – ha confermato un altro teste – ha detto di uscire tutti. C’era una fiammella alta non più di una ventina di centimetri». La fiamma si stava sviluppando all’altezza della retina parabossoli. Le persone presenti hanno abbandonato la sala da tiro in modo ordinato senza concitazione: «C’era fumo – raccontano – ma la visibilità era buona. Abbiamo abbandonato le postazioni in modo non particolarmente concitato».
Qualcosa, però, va storta. C’è un aspetto della dinamica ancora da chiarire. L’ipotesi iniziale era che Pellegrino fosse rientrato, nonostante l’incendio stesse divampando, dopo l’evacuazione intimata da Romagnolo per questioni di sicurezza, per recuperare la carabina. Un’ipotesi confermata da uno dei testimoni: «Sono rimasto davanti alla porta – racconta – finché è stato possibile. Con me c’erano due persone. Pellegrino all’inizio era alla mia sinistra, ma poi sento dire che qualcuno era entrato. Pochi istanti dopo ho visto Pellegrino avvolto tra le fiamme».