«Cosa non darei, per vivere una favola». Così, sulle note di Vasco, hanno pensato due estati fa Roberta Vinoni, Paola Florio, Maura Sessa, Annika Bruno e Valentina Novello, sedute al bancone del Bar Stazione di Arcisate. Quando, dopo una stagione senza calcio insieme, dopo le tante passate vestendo la stessa maglia, quella della Varese femminile, hanno deciso di fare qualcosa: «Volevamo tornare a giocare insieme e mi sono attivata in prima persona per cercare una squadra che volesse “aprire” a un progetto di calcio femminile – racconta Roberta Vinoni – Qualcuno mi ha sbattuto la porta in faccia, qualcun’altro no: Alessandro Magnoni, direttore sportivo del Ceresium Bisustum, che venuto a conoscenza della nostra idea mi ha detto: “facciamolo”».
Eccolo, l’incipit della favola. Tutta da costruire, prima di poterla vivere: «Oltre a giocare, ho deciso di sponsorizzare la squadra con il mio Bar Stazione: abbiamo preparato le maglie e fatto girare la voce, ricontattando compagne di squadra delle stagioni passate e accogliendo ragazze alla prima esperienza calcistica – prosegue Roberta – Siamo riuscite a costruire una rosa di 18 e ci siamo iscritte al campionato di serie D della Figc».
Scritta la prima pagina, si corre veloci alla fine del primo capitolo. Un anno di assestamento, un girone d’andata senza particolari soddisfazioni, poi il lavoro che inizia a dare i suoi frutti: «Insieme ad Alessandro Magnoni e d’accordo con il presidente Marco Basilico abbiamo deciso di cogliere questa opportunità – fa un passo indietro, prima di proseguire nel racconto, il dirigente ceresino Claudio Vincenzi – Quando, nell’estate 2015, la squadra è stata iscritta al campionato di serie D, il gruppo era piuttosto ristretto, ma in poco tempo si è allargato. Il girone d’andata si è concluso con 4 punti; alla fine della stagione invece, dopo un gran girone di ritorno, i punti totali erano diventati 29, con cui abbiamo chiuso al sesto posto della classifica». A mettere il punto finale a questo primo capitolo la profezia di Vincenzi: «Era maggio e, sicuro, dissi così: “Con questa squadra l’anno prossimo vinceremo il campionato”».
Per scrivere un altro capitolo c’è tutto. E la favola prosegue: «Quest’estate ho accettato di guidare la squadra: per me era la prima esperienza nel calcio femminile – scende in campo Fausto Albini, mister della Ceresium Bisustum femminile 2016/2017 – Ho trovato un gruppo vero, affiatato, di ragazze fantastiche, splendide dal punto di vista umano e anche brave tecnicamente. Non è stata una stagione semplice: abbiamo dovuto affrontare tanti infortuni. Ci siamo sacrificati, allenandoci con costanza e dando tutto quello che avevamo: gli sforzi sono stati ripagati. Dico grazie a chi ha lavorato insieme a me, Carmine, la Giusi, i dirigenti. E devo fare i complimenti alle mie ragazze: senza di loro nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile».
Tutto ciò… cosa? Facciamo un salto in fondo al secondo capitolo, entriamo nel cuore della favola. Domenica 23 aprile, Valtellina: Cosio-Ceresium Bisustum finisce 0-3.
I tifosi giallorossoblù fanno festa, perché con un turno d’anticipo ha vinto il campionato e centrato il salto in serie C: «Come da nostro motto, “Dritte per dritte” fino alla vittoria – sorride capitan Paola Florio – Era il nostro obiettivo, l’abbiamo raggiunto. Sono orgogliosa di ciò che questo gruppo è stato in grado di creare e del traguardo che ha saputo raggiungere, superando ogni difficoltà rimanendo sempre unito. Doppia soddisfazione l’aver dimostrato che, anche a 30 anni, si possa ancora vincere. E anche alla grande».
Una gioia enorme. Per mister Albini («Abbiamo vinto un campionato non facile. Sono soddisfatto, molto contento, non credevo potessimo fare così bene»), per il direttore Vincenzi («La profezia si è avverata. Profezia che non era così difficile: un grande gruppo, con ottime individualità, unito, che non ha mai perso la rotta»), per la squadra e anche per i tifosi (che domenica hanno riempito un intero pullman con cui hanno raggiunto la Valtellina).
Favola che non finisce qui. Perché innanzitutto c’è ancora da festeggiare: domenica pomeriggio (ore 15.30), a Porto Ceresio, l’ultima partita della stagione, con i tifosi pronti a celebrare le loro campionesse con una grigliata in compagnia.
Chiusi i festeggiamenti, poi, sono ancora tanti i capitoli da scrivere: «Sogniamo di costruire anche un settore giovanile femminile, a cui siamo pronti a destinare il centro sportivo di Bisuschio – svelano, insieme, Albini e Vincenzi, a nome di tutta la società – Ci piacerebbe diventare un punto di riferimento per il nord della provincia per tutte le ragazze che vogliono cimentarsi con questo sport che in tanti, sbagliando, credono sia solo maschile».
Porte aperte a chi vuole entrare in squadra. In campo; e, anche, fuori: «Speriamo che in tanti vogliano venire a conoscerci e, perché no, ad aiutarci. Una realtà come questa, con tante persone che la seguono e altrettante che si spendono mettendo qualcosa di personale per il bene di tutti, è rara da trovare – dice, orgogliosa, Roberta Vinoni, giocatrice, oltreché sponsor e della squadra rossoblù – A livello femminile ci sono pochi soldi, perché pochi credono che questo movimento possa muovere tante persone: nel nostro caso, si sbagliano. Dunque chi avesse voglia di unirsi, è il benvenuto: qui troverebbe un grande gruppo che si diverte e si impegna, con passione, e una società seria, che ci aiuta e ci supporta. Una grande famiglia».
Tra i futuri capitoli di questa favola tutta da scrivere, ovviamente, anche il campionato di serie C,: «L’anno scorso è partita tutto dal nulla: da una sfida, da un gioco, da una voglia di riunirsi. Ora il salto è importante – la conferma di Paola Florio, che in serie C ha già giocate diverse stagioni (una anche in B, a Tradate) – Servirà una rosa ampia, perché la stagione è lunga e impegnativa. Dovremo combattere giornata dopo giornata, fino all’ultimo minuto di ogni partita, per poterci salvare. Quello sarà il nostro nuovo obiettivo: allenandoci con costanza, volontà e passione, rimanendo sempre unite, proprio come quest’anno, possiamo farcela». Parola di capitano.