– Condanna all’ergastolo confermata anche in Appello per , l’ex agente di polizia locale di Cardano al Campo, che nel mese di luglio del 2013 era entrato nel municipio della città esplodendo alcuni colpi di pistola contro il sindacoe il vicesindaco , uccidendo il primo cittadino e ferendo gravemente il suo vice. I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno ribadito la sentenza di carcere a vita già disposta in primo grado dal giudice per l’udienza preliminare di Busto Arsizio nell’aprile 2015.
Nessuno sconto di pena, quindi, in secondo grado per Pegoraro, riconosciuto responsabile diretto della drammatica scomparsa del sindaco Laura Prati, avvenuta alcuni giorni dopo la sparatoria. La vicenda è nota: Pegoraro quella mattina di luglio avrebbe agito per rancore nei confronti dell’amministrazione comunale, dopo essere stato sospeso dal servizio in seguito ad una condanna per peculato. Dopo aver fatto irruzione nell’ufficio del sindaco sparò a Prati, anche presidente provinciale del Pd, ed al suo vice Iametti.
Una volta compiuto il blitz gettò un fumogeno nella sede dello Spi-Cgil di Cardano al Campo, fuggì in auto e fu arrestato dalla polizia dopo un’altra sparatoria. Prati, colpita da un aneurisma durante un intervento chirurgico all’ospedale di Circolo di Varese, morì il 23 luglio 2013. Nella scorsa udienza il sostituto Pg aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo emessa nell’aprile del 2015. L’ex agente dei vigili urbani di Cardano è stato condannato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, per il tentato omicidio di Iametti e anche per altri reati. Il Gup di Busto Arsizio, però, in primo grado lo aveva assolto dall’accusa di tentato omicidio nei confronti dei due poliziotti intervenuti per bloccarlo e ieri i giudici (presidente ) hanno dichiarato la sua responsabilità penale anche per quell’episodio riqualificandolo come resistenza a pubblico ufficiale. Mentre lo hanno assolto da un’altra imputazione, quella di detenzione di arma in relazione a una bottiglia incendiaria che aveva quel giorno.
La difesa di Pegoraro e lo stesso imputato anche ieri con dichiarazioni spontanee hanno sostenuto la tesi dell’omicidio preterintenzionale, spiegando che non c’era la volontà di uccidere ma soltanto di ferire Prati e Iametti. Tesi non accolta dai giudici che hanno anche riconosciuto risarcimenti e provvisionali a tutte le parti civili del processo, tra cui i familiari del sindaco ucciso e lo stesso Comune di Cardano al Campo. «Sentire Pegoraro dire che non la voleva uccidere è assurdo» ha detto ieri in Aula , il marito di Laura Prati, dopo le dichiarazioni dell’ex agente.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.