«Eri una madre». Addio, suor Barberina

Don Carlo Garavaglia, parroco di Biumo Superiore, ha ricordato, durante l’omelia del funerale, Maria Trecchi

Addio a Suor Barberina: «Ha amato tutti come una madre». Così don Carlo Garavaglia, parroco di Biumo Superiore, ha ricordato, durante l’omelia del funerale, Maria Trecchi, che tutti nel rione conoscevano come suor Barberina, un’istituzione per parrocchia e quartiere.

«L’eredità che lascia – spiega don Carlo – è quella di una madre che ha saputo prendersi cura di tutti quelli che ha incontrato: dai piccoli ai grandi, dai poveri ai ricchi, dai sani agli ammalati. Per loro è stata testimonianza del mistero». Ma Barberina è stata soprattutto «una maestra in tutte le cose che ha fatto: dall’aiuto in parrocchia alla scuola materna “Ponti” – con le migliaia di bimbi che in trent’anni aveva cresciuto – dall’ambulatorio alla scuola di teatro».

E ancora il corso di taglio e cucito – grazie all’esperienza come tessitrice allo stabilimento di Varano Borghi – la collaborazione con la casa di riposo per signore anziane, persino le sue poesie adatte ad ogni occasione. «In tutti gli ambiti nei quali s’è impegnata aveva una sua dimensione educativa con la quale sapeva comunicare l’esperienza bella e significativa che aveva nell’incontro con Gesù».

Conclude don Garavaglia: «Alla fine del suo funerale, ho aggiunto una preghiera chiedendo di pregare per le vocazioni alla vita religiosa, perchè guardando lei si percepisce una persona riuscita, umana, col sorriso pieno di semplicità e di stupore. Una vita così è veramente realizzata». Novantatreenne era stata premiata dalla Famiglia Bosina con un riconoscimento speciale per la dedizione e l’assidua opera al servizio del quartiere.

«Sono commossa – aveva detto – Non merito tanto, ho fatto quello che ho potuto». Dimostrava ancora una volta quell’umiltà che l’ha accompagnata per una vita.

Parlando del quartiere aveva aggiunto: «Qui ho vissuto gli anni più belli della mia giovinezza. Biumo Superiore è il mio rione di adozione e lo ricorderò sempre». Lo scorso anno, aveva superato lo straordinario traguardo dei cento anni, festeggiati nella casa Maria Immacolata, dove si è spenta alla vigilia dei 101.

«Sono nata – aveva raccontato la religiosa, venuta al mondo il 28 maggio del 1914 – Abitavo a Corgeno di Vergiate. Ero grandicella quando mi sono fatta suora . Non mi decidevo mai perché non resistevo al pensiero di lasciare la mia mamma. Poi però la vocazione è stata più forte e la mia vita da suora mi ha dato tante soddisfazioni e tanto conforto».

E infatti, aveva rivelato: «Ho davvero tanti bei ricordi, ma la cosa più bella della mia vita è stata l’essere suora, essere contenta di vivere da suora».n L. Bot.