Erika Blanc, grazie ai giovani torna dal teatro al set

BUSTO ARSIZIO Un cortometraggio anima le corsie e i  reparti fantasma del vecchio ospedale di Legnano. A produrlo sono gli studenti dell’Icma di Busto Arsizio  e il regista è Marco Bolla: questo film  sarà la sua tesi di fine corso. Tutt’altro che amatoriale, la pellicola dal titolo “La Visita” vanta un cast  di tutto rispetto: ad indossare i panni della madre possessiva, alle prese con un figlio problematico e che non parla, è la bella Erika Blanc (69 anni e nemmeno un lifting,

come tiene a far notare) che ha accettato la parte ancor prima di leggere il copione: «Ho un debole per i giovani entusiasti e volenterosi come quelli che ho incontrato in questo stupendo set», ammette l’attriche con ha all’attivo più di 90 film e prestigiose ruoli in Tv e a teatro. Enrica Colombatto, in arte Erika Blanc, è impegnata sul set da 4 giorni e ieri mattina ha girato le ultime scene insieme a Davide Colavini, nella parte del figlio, Carlo, e Boris Makkaresco, il padre. Semplice e diretta, «il teatro toglie tanti orpelli», l’attrice diventata celebre per il suo volto dai tratti stranieri, guarda con poca fiducia al futuro del cinema italiano, «in declino, se non si fa spazio ai giovani offrendo loro le possibilità di produrre lavori di qualità».
Secondo la Blanc bisognerebbe portare i set a Milano e dintorni: «Roma è satura», mentre la tv dovrebbe tornare a prediligere i  prodotti italiani, alle fiction straniere  e ai format preconfezionati: «Non credete che sia giunta l’ora di mandare in pensione la “Signora in Giallo?” – esclama l’attrice – lo dice una che è appassionata di serie Tv e di delitti. Al suo posto io metterei un bel  cortometraggio, come quello che stiamo girando e opere italiane». «Io mi sono sporcata le mani con il cinema – racconta la Blanc – l’ho fatto perché avevo bisogno di soldi, poi è diventata una passione. Giravo 7 film all’anno e mi capitavano giornate frenetiche in cui di giorno mi trovavo sul set di un western e la sera in uno di spionaggio».
Lavorare con i ragazzi dell’Icma è stata per la celebre artista un’esperienza positiva: «Sono attivi, attenti – commenta –  a volte si muovono come burattini e si scontrano, hanno grandi capacità e tante speranze. Ultimamente nel cinema è diminuita la professionalità, tra questi ragazzi ne vedo molta». Il regista Marco Bolla, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Matteo Contin, non dorme da due notti: «E’ faticoso – racconta   – ma è una bellissima esperienza. La storia è nata dai racconti di un’allieva dell’Icma che lavora in un centro per disabili mentali; la location è perfetta». Insieme a loro collaborano una 15ina di studenti dell’Istituto Michelangelo Antonioni nelle più svariate funzioni: dall’aiuto regia, Valentina Di Iorio,  al ciakista, Massimo Arrigoni che si occuperà anche della post produzione.
Valeria Arini

m.lualdi

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