Un grave incidente è stato evitato lo scorso 9 luglio all’aeroporto di Malpensa, quando un Boeing 777 della compagnia LATAM, diretto a San Paolo del Brasile, ha sfiorato il disastro a causa di un errore umano. L’aereo, che trasportava 383 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio, ha toccato con la coda l’asfalto della pista 35L durante il decollo, un incidente noto come “tailstrike”, provocando seri danni alla fusoliera e lasciando una lunga cicatrice sulla pista.
Le cause dell’incidente
Le indagini preliminari, condotte dall’Ansv (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo) e divulgate recentemente, hanno evidenziato che la causa principale dell’incidente è stata la velocità di rotazione insufficiente al momento del decollo. La velocità di rotazione, cruciale per consentire all’aereo di staccarsi dal suolo, era stata impostata erroneamente dai piloti, risultando inferiore a quella necessaria per un decollo sicuro. Questo errore ha impedito al Boeing 777 di prendere quota nel modo corretto, provocando il contatto della coda con la pista.
L’Ansv ha stabilito che la velocità calcolata dai piloti non corrispondeva ai parametri effettivi richiesti per quel tipo di aeromobile e in quelle specifiche condizioni. Rimane tuttavia da chiarire come sia stato possibile un errore così critico in una fase così delicata del volo. Secondo quanto riportato dai media brasiliani, i tre piloti responsabili dell’incidente sono stati licenziati dalla compagnia aerea.
Le conseguenze e l’emergenza
Nonostante l’errore, il decollo non poteva essere interrotto a causa della velocità già raggiunta dall’aereo, costringendo l’equipaggio a proseguire con il volo e a eseguire un atterraggio di emergenza. La pista 35L, lunga 3.920 metri, ha subito danni significativi e l’incidente ha causato la chiusura temporanea della pista, che è rimasta fuori uso fino all’alba del giorno successivo, provocando ritardi e disagi per altre operazioni aeroportuali.
Subito dopo il decollo, l’aereo ha dovuto seguire le procedure di emergenza, compresa l’operazione di “fueldumping”, ovvero lo scarico di carburante per alleggerire il velivolo e ridurre i rischi di incendio al momento dell’atterraggio. Dei 103.700 kg di carburante presenti nei serbatoi, ben 72.100 kg sono stati scaricati sopra la zona del vercellese. L’operazione, durata circa 32 minuti, è stata effettuata a una quota di 6.000 piedi (1.828,8 metri), con l’aereo che ha volato in cerchio lungo una traiettoria ellittica per sette volte prima di rientrare in sicurezza sulla pista 35R di Malpensa, circa 75 minuti dopo il decollo.
Impatto ambientale e preoccupazioni della comunità
Lo scarico di carburante sopra la provincia di Vercelli ha suscitato notevole preoccupazione tra le comunità locali. Sebbene le analisi condotte dall’Arpa Piemonte (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) non abbiano rilevato contaminazioni al suolo, l’episodio ha comunque sollevato dubbi e richieste di ulteriori rassicurazioni. L’Unione dei Comitati dell’Alta Valle del Ticino, insieme ai Comitati di Golasecca, Coarezza, Varallo Pombia e Malpensa, ha chiesto maggiori indagini per garantire la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini.
L’esito e le rassicurazioni delle autorità
Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei piloti e dei tecnici di LATAM ha permesso di evitare conseguenze più gravi. L’atterraggio di emergenza è avvenuto senza ulteriori incidenti, ma il velivolo ha riportato danni significativi alla coda. I passeggeri, sebbene spaventati, sono rimasti illesi e hanno potuto sbarcare in sicurezza.
L’incidente ha evidenziato la delicatezza e la complessità delle operazioni di volo, soprattutto durante le fasi critiche del decollo e dell’atterraggio. Le autorità aeroportuali, insieme ai tecnici della compagnia aerea e dell’Ansv, stanno ora lavorando per comprendere meglio le cause dell’errore e per garantire che simili incidenti non si ripetano in futuro.
Conclusioni
Questo incidente ha scosso profondamente la comunità aeroportuale di Malpensa e le zone circostanti, riaccendendo il dibattito sulla sicurezza dei voli e l’impatto ambientale delle operazioni di emergenza. Mentre le indagini proseguono, resta la consapevolezza che la prontezza e la competenza del personale coinvolto hanno evitato una possibile tragedia, ma anche l’urgenza di migliorare ulteriormente i protocolli di sicurezza per prevenire incidenti simili.