Bruxelles, 15 apr. (Apcom) – Si allarga a macchia d’olio il numero di paesi del Nord Europa costretti a chiudere gli aeroporti a causa della nuvola di cenere proveniente dall’eruzione del vulcano islandese di Eyjafjallajokull.
Secondo una portavoce di Eurocontrol, l’organizzazione per la sicurezza de traffico aereo in Europa con sede a Bruxelles, sono stati già chiusi gli aeroporti di otto paesi: Gran Bretagna e Irlanda, tutti i paesi scandinavi (Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia), Belgio e Olanda. Inoltre, entro stasera si cominceranno a chiudere anche diversi aereoporti francesi (a partire da quelli parigini di Roissy e Orly) e domani si prevede che toccherà agli scali tedeschi.
In tutto, ha detto la portavoce, su 28.000 voli giornalieri in Europa, almeno 4 o 5 mila hanno dovuto essere annullati (non solo quelli in partenza, ma naturalmente anche quelli in arrivo negli scali chiusi), di cui 1.300 solo a Heatrow, l’aereoporto londinese che è anche il più importante al mondo per il traffico areo internazionale.
Le ceneri vulcaniche sospese in quota sono pericolose per i reattori degli aeromobili, che perdono potenza e rischiano di spegnersi durante l’attraversamento delle zone inquinate.
Paradossalmente, l’unico paese dell’Europa nord occidentale finora risparmiato è proprio l’Islanda, dove l’aereporto di Reykjavik può continuare a operare grazie ai forti venti da Ovest.
Eurocontrol riferisce di non avere i mezzi per prevedere l’evoluzione della situazione nelle prossime ore, che dipende essenzialmente dai fattori vulcanologici relativi all’eruzione e da quelli meteorologici. Per questo, si affida alle informazioni provenienti dei centri meteorologici.
Loc
© riproduzione riservata