Esami per i prof, un altro ribaltone Sedi cambiate e niente corsi online

La pazienza è la virtù dei forti, e degli insegnanti. Lo sanno bene tutti quegli aspiranti docenti lombardi che, proprio in questi giorni, avrebbero dovuto sostenere la prova scritta, dopo le preselezioni di luglio con le domande sbagliate, e si ritr

– In particolare in Lombardia era comparsa la possibilità di sostenere gli esami scritti e poi il percorso di abilitazione di un anno presso l’Università telematica E-Campus di Novedrate, in provincia di Como.

Alcuni varesini, dopo aver superato la preselezioni di luglio, avevano scelto questa sede perché prometteva corsi online – sappiamo bene cosa significa il pendolarismo da Varese a Milano – e poi perché Novedrate non è poi così distante da Varese, facilmente raggiungibile in auto.
Improvvisamente, però, a pochi giorni dalle prove scritte già calendarizzate da E-Campus, la notizia di “indietro tutta” e l’estromissione di E-Campus dalle università dove poter sostenere prova e abilitazione.
La “buona

scuola” auspicata dal premier Renzi si sta trasformando in un incubo per i giovani insegnanti: coloro che hanno selezionato E-Campus come sede hanno avuto tempo fino alle 16 di ieri per selezionare un altro ateneo, “tradizionale”, dove sostenere la prova scritta entro il 30 novembre.
Molte università hanno già svolto la prima prova e stanno procedendo alle correzioni, mentre dubbi sorgono sulla disparità tra i programmi d’esame diramati dai vari atenei: per esempio, per la prova di selezione per l’A051 (italiano e latino nei licei) alcune sedi propongono versioni da tradurre con vocabolario, altre senza.
I posti disponibili sono pochissimi: per i bravi e fortunati che riusciranno a superare prova scritta e prova orale si prospetta un anno duro, di sacrifici e di studio.

Ecco cosa racconta il varesino , già abilitato in lettere, in corsa per l’abilitazione in storia dell’arte, che si era iscritto all’università telematica E-Campus: «Un nuovo cambiamento repentino, ancora confusione, sempre la necessità di arrangiarsi. Viene esclusa l’università telematica. Tutto questo significa: procedere da capo con iscrizioni lunghe e articolate, comprendere le intenzioni delle sedi ora disponibili quanto a prove, criteri di selezione e, conseguentemente, anche taglio di studio in preparazione allo scritto».
Tanti sacrifici per cosa? «Per ottenere, nel mio caso, un’altra abilitazione spendibile ai fini del lavoro che ho scelto, credendo nell’educazione e nella scuola. Ho già ottenuto un’abilitazione per lettere l’anno scorso. dopo sei anni di insegnamento, ma lo stato italiano mi chiede un altro corso annuale, altri 2.700 euro e, addirittura, altri mesi di frequenza obbligatoria per essere edotto riguardo a discipline didattico-pedagogiche sulle quali già sono stato esaminato presso la stessa sede che mi troverò costretto a frequentare quest’anno e, probabilmente, dagli stessi professori che mi vedranno in aula un’altra volta a seguire lezioni già ascoltate».
Come si conciliano, eventualmente, lavoro e abilitazione? «Mi vedrò costretto, per il secondo anno di seguito, a rinunciare a impegni lavorativi pomeridiani che porto avanti da un decennio, cosa che non sarebbe accaduta se avessi potuto seguire perlomeno online i corsi, con un dispendio di tempo e di energie che verranno sottratti anche alle attività scolastiche».