Tallinn, 6 mar. (TMNews) – L’Estonia ha vinto la scommessa
dell’adesione all’euro, ma si presenta alle elezioni politiche di oggi con un tasso di disoccupazione a due cifre. A
metà febbraio 67.000 persone, il 10,4% della popolazione attiva,
erano senza lavoro in un paese di 1,3 milioni di abitanti,
secondo le statistiche ufficiali. Tenuto conto di chi ha
rinunciato a cercare lavoro, gli esperti stimano però che il
reale numero di disoccupati sia più vicino ai centomila. “La
disoccupazione è la principale preoccupazione delle persone oggi” commenta il direttore di un istituto di sondaggio, Andrus Saar, che sottolinea come il tema del lavoro peserà sul voto del 6 marzo. Secondo una recente indagine dell’Eurobarometro Ue la
disoccupazione è una preoccupazione per il 61% degli estoni.
L’Estonia, che è entrata nella Ue nel 2004, è diventata il 1
gennaio scorso il 17esimo paese dell’eurozona, il terzo ex
comunista, emergendo con fatica da una grave crisi economica che
aveva costretto il governo conservatore, al potere da aprile
2005, ad adottare radicali misure di austerità per rispettare i
criteri di Maastricht. Dopo aver goduto per otto anni di una
salute economica sfacciatamente buona, la piccola “tigre baltica” è precipitata nel 2008 nella recessione e il livello di
disoccupazione ha toccato il suo picco all’inizio del 2010 con un 19,8%, il livello più alto dall’indipendenza dal Mosca, ottenuta nel 1991.
Il numero dei senza lavoro è poi sceso, ma tra di essi 46.000
sono oggi disoccupati a lungo termine, da oltre un anno. Katrin,
32 anni, ha perduto il suo lavoro nella funzione pubblica nel
2009 e deve cavarsela con i sussidi. “Prendo meno di 70 euro al mese, ho perso ogni speranza” dice all’Afp. Il salario minimo in Estonia è di 278 euro. “La gente come me si sente abbandonata dal governo. Mi arrabbio moltissimo quando i politici stranieri fanno i complimenti al governo estone per come ha gestito la crisi” aggiunge.
Chi si trova nella situazione di Katrin dà la colpa all’euro,
cosa che il governo contesta. “Dire che la disoccupazione elevata è conseguenza diretta dei tagli del bilancio operati per
l’ingresso nell’euro non è un’affermazione fondata” dice all’Afp
il ministro dell’Economia Juhan Parts. “La disoccupazione è
cresciuta durante al recessione essenzialmente nei settori che
avevano avuto una crescita rapida durante il boom economico, come l’edilizia, ma in seguito il tasso di disoccupazione in quei settori è tornato normale, ai livello livelli di prima del boom”.
A differenza di molti altri europei, gli estoni non sono scesi
in piazza per manifestare il loro malcontento. “La società civile in Estonia, tornata all’economia di mercato solo vent’anni fa, è ancora molto debole” spiega Harri Taliga, presidente della confederazione sindacale del Paese.
Bea
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