Evasione, aperti 150 fascicoli C’è anche l’ex interista Adriano

COMO – C’è Adriano, l’ex attaccante dell’Inter, che è accusato di non aver presentato la dichiarazione dei redditi “rubando” così quasi un milione e 200mila euro dalle casse dello Stato. C’è un’immobiliare di Cantù che, secondo l’accusa, avrebbe falsificato la dichiarazione dei redditi riuscendo in tal modo a sottrarre al fisco 1 milione e 800mila euro. C’è poi un’azienda di prodotti “usa e getta” di Lenno che, appoggiandosi su un’azienda estera, avrebbe consentito ai suoi amministratori di nascondere ben 7 milioni.

/>Sono già oltre 150 le inchieste aperte quest’anno dalla Procura di Como per evasione fiscale. Un reato non certo semplice da vedersi contestare, visto che le soglie oltre le quali scatta la denuncia penale sono decisamente alte: superiori ai 100mila euro di evasione fiscale all’anno quando si inseriscono nella dichiarazioni elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi fittizi, e superiori ai 77mila euro quando non viene neppure presentata la dichiarazione dei redditi.
E così, ad esempio, domani comincia il processo a carico di Cesare Patruno, amministratore della Italiancar di via Roma a Guanzate, accusato di aver sottratto al fisco, tra il 2006 e il 2009, circa 7 milioni di euro tra Iva e imponibile. La prossima settimana, invece, toccherà a Claudio Lo Gaglio, 52 anni di Cavallasca, e Claudio Zgrablich, bolzanino con casa in Croazia: sono accusati, in qualità di amministratore il primo e liquidatore il secondo della Chi.Com. di via Oltrecolle 59 a Como, di aver nascosto alle casse dello Stato 4 milioni e mezzo di euro.
Potrebbe invece scegliere la via del patteggiamento l’ex calciatore dell’Inter Adriano Leite Ribeiro (nella foto), meglio conosciuto solo come Adriano, che nel 2006 si è “dimenticato” di presentare la dichiarazione dei redditi, riuscendo così a evadere la somma di 1 milione e 182mila euro. La canturina Franca Bianchi ha invece ricevuto un avviso di chiusura indagini per un fascicolo che l’accusa di aver evaso 1 milione e 800mila euro nella sua qualità di legale rappresentante della Jolly Immobiliare di Cantù. Nel 2004 la società sarebbe riuscita a concludere un’importante operazione che le avrebbe consentito di conseguire una plusvalenza di 5 milioni e mezzo che, secondo l’accusa, non sono mai stati dichiarati al fisco.
A Nesso, in via Soave, opera invece una società che si chiama Cygnus srl. La legale rappresentante, una bulgara, è finita sotto inchiesta perché accusata di aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi per ben cinque anni, ovvero dal 2004 al 2008 inclusi, riuscendo così a sottrarre alle casse italiane 7 milioni di euro.

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a.savini

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