Prima svolta nelle indagini per l’evasione di Domenico Cutrì, consumata lunedì a Gallarate con un’azione spettacolare e drammatica, con tanto di sparatoria in pieno centro. Mentre l’ergastolano fuggiasco è ancora uccel di bosco, nascosto e protetto da chissà chi, braccato dalle forze dell’ordine, i carabinieri di Gallarate stanotte hanno interrogato, fermato e rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio tre persone, sospettate di aver partecipato con ruoli attivi all’assalto al furgone della polizia penitenziaria. Un’azione nella quale è rimasto ucciso un malvivente – Nino Cutrì, fratello del detenuto – e sono rimasti feriti due agenti. Si tratta di tre pregiudicati che, secondo gli inquirenti, avrebbero fatto parte del commando che ha liberato Domenico Cutrì. L’interrogatorio è durato tutta la notte: sono persone residenti nell’Altomilanese, i Cc affermano di aver raccolto a loro carico “gravi indizi di colpevolezza”.
I tre, nel momento del trasbordo in carcere, colpiti dal provvedimento di fermo disposto dalla procura, hanno cercato di coprirsi il volto per non farsi fotografare e riprendere dalle telecamere.
In mattinata è arrivato anche un quarto fermo, avvenuto a Napoli: a finire in manette è stato un quarto componente della banda che si era rifugiato nel capoluogo partenopeo dopo l’evasione di Domenico Cutrì. La loro identità non è stata ancora resa nota.
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