Evasore totale incastrato dalla GdF Nei guai imprenditore di Malnate

Redditi evasi per oltre un milione di euro: accertamenti di natura fiscale hanno permesso alla Compagnia del Gaggiolo di incastrarlo

– Un imprenditore di Malnate ha evaso redditi per oltre un milione di euro, ma la Guardia di Finanza lo ha incastrato nelle ultime ore, grazie a una serie di accertamenti di natura fiscale.

L’operazione è stata condotta dai militari della Compagnia di Gaggiolo che da qualche tempo avevano messo nel mirino un’impresa specializzata nel settore della lavorazioni metalliche. Una ditta che si era guadagnata il suo spazio a partire dal 2009, ma secondo la ricostruzione investigativa, non aveva mai presentato dichiarazioni fiscali.
L’imprenditore non si era mai preoccupato di versare le imposte, risultando quindi un evasore totale. La situazione è venuta a galla a seguito di indagini fiscali, riconducibili all’attività svolta dalle Fiamme Gialle nel contrasto delle forme di illegalità economiche finanziarie, legate al tema dell’evasione fiscale.

Per cinque anni il soggetto avrebbe dato impulso alla propria attività imprenditoriale, anche se ufficialmente si trattava di un’azienda “fantasma” visto che, dai riscontri investigativi, risulterebbe inattiva. Ma di fatto produceva, compiendo il proprio ciclo industriale come se niente fosse, in barba alle normative fiscali. L’evasore totale, che a Malnate aveva alimentato il proprio business, è stato pizzicato al termine di un lavoro non facile. In particolare è stata complessa l’operazione di ridefinizione e ricostruzione del reale volume d’affari della società “fantasma”.
L’imprenditore meccanico avrebbe cercato di ostacolare in ogni modo l’azione di accertamento compiuta dagli specialisti della sezione tributaria della Finanza di Gaggiolo. L’evasore, infatti, ha evitato di mostrare sia i libri che i registri contabili obbligatori, oltre alle numerose fatture emesse nei confronti di clienti, totalmente all’oscuro di quello che stava avvenendo.

Tuttavia i finanzieri non si sono scoraggiati, tanto da approfondire nuove verifiche attraverso l’analisi delle banche dati in loro uso. Incrociando le risultanze, e con l’ausilio della scarsa e frammentaria documentazione reperita al momento dell’accesso in azienda, è stato possibile ricostruire l’intera filiera della produzione, rintracciando i clienti della società.
A quel punto i militari sono stati in grado di quantificare l’ammontare dei ricavi non dichiarati e le conseguenti imposte non versate all’Erario. Il quadro accusatorio è pesante: si parla di una base imponibile, quindi i ricavi, elusa per oltre 1 milione di euro, e un’evasione all’Iva per circa 200.000 euro.