Ex Aermacchi, progetti bloccati: la Sovrintendenza ferma Orrigoni. E se a Palazzo Estense regna Ponzio Pilato…

Alt alle bonifiche previste da Tigros per iniziare i lavori di riqualificazione dell'area dove sarebbero sorti un centro sportivo, verde e un supermercato. Furibondo l'imprenditore varesino, Galimberti ripropone una mediazione dopo lungo immobilismo, ma non pende posizione. Intanto restano macerie e degrado

VARESE – Il futuro dell’aerea ex Aermacchi si ferma a Palazzo Estense. E’ andato male l’incontro di questa mattina tra i proprietari del sito e il Comune. Tutto rimane fermo, la bonifica del sottosuolo e a maggior ragione i progetti per il recupero dell’ex fabbrica.

Progetti che prevedono la nascita di un grande polo sportivo in via Sanvito, diventato il cuore del problema per via dei dubbi e dei potenziali paletti avanzati dalla Sovrintendenza, ma anche un polmone verde e un supermercato.

Tutto fermo, appunto, e chissà per quanto, dato l’amministrazione Galimberti ha più volte fatto sapere di voler risolvere la situazione, ritagliandosi un ruolo di mediazione che non ha mai né preparato né perseguito finora. Con certi ritmi quindi c’è poco di che essere ottimisti.

Lo sfogo di Orrigoni

Ne è consapevole il proprietario di Tigros Paolo Orrigoni che nei giorni scorsi si è lasciato andare a un amaro sfogo via social. Il suo post su Facebook è un duro j’accuse: “Dopo anni che non scrivo nulla, oggi faccio una dovuta eccezione. Condivido un pensiero… triste. Lavori anni per cercare di costruire un progetto super interessante e moderno per recuperare un’area degradata della città, volendo realizzare una struttura sportiva UNICA da donare ad un’associazione cittadina, ottieni anche una prima approvazione e quindi inizi a bonificare e demolire e intanto fai domanda per il permesso di costruire… DOPO oltre 6 mesi di assoluto silenzio arriva la risposta: abbiamo scherzato non ci piace quello che volete fare”.

Il patron di Tigros si riferisce alla lettera di sollecito che la sua società ha inviato al Comune lo scorso 11 giugno, con la Sovrintendenza in copia conoscenza, con cui si chiedeva di poter partire con i lavori. Sì, perché tutto era pronto e il futuro poteva iniziare.

Il sollecito di Tigros

“La scrivente società – recitava la missiva – ha già provveduto a bonificare il sito da tutte le componenti contenenti matrici amiantifere, ivi incluse quelle presenti sugli immobili dichiarati di interesse culturale, alla demolizione degli edifici non vincolati (ad eccezione di quelli non ancora liberati dal Comune), nonché alle attività preliminari per la bonifica del suolo. Quanto sopra è stato eseguito in buona fede, dietro specifica richiesta del Comune, al fine di dare pronta attuazione a quanto pattuito, confidando che anche l’iter amministrativo si potesse concludere nei normali tempi tecnici”.

A seguito di tale sollecito ecco che, questa volta a stretto giro di posta. è arrivata la risposta, purtroppo tremendamente negativa, sia sul piano formale (si passa la palla al Comune) sia nel merito della competenza vincolante della stessa Sovrintendenza.

La lettera di risposta

“Si rammenta che, a norma di legge, i procedimenti di autorizzazione paesaggistica sono condotti dall’Ente locale, ed è quest’ultimo a richiedere alla Soprintendenza il prescritto parere vincolante, avente natura di atto endoprocedimentale”. Una posizione che da una parte lascia al Comune la responsabilità di decidere. Dall’altra però nel proseguo della lettera prende una posizione nel merito dei lavori.

“Nel contempo rispetto ad alcune proposte di intervento presentate in forma ancora non definitiva sui due edifici soggetti a tutela monumentale, nonché ad altri aspetti del progetto che incidono sui due profili di tutela vigenti, monumentale e paesaggistico, si comunicano direttamente a questa Società alcune indicazioni.

1. Il restauro dello Hangar 1914 dovrà avvenire conservando le strutture murarie verticali, incluse quelle longitudinali a telaio, ancorché opportunamente consolidate. Per la scelta della tecnica di consolidamento questo Ufficio è disponibile per un esame preventivo delle soluzioni possibili. Il progetto definitivo per l’intervento di consolidamento, restauro e rifunzionalizzazione dovrà essere sottoposto a questo Ufficio per ottenere autorizzazione ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs. 42/2004.

2. Per l’intervento di rifunzionalizzazione dello Hangar 1952 si chiede un’ulteriore riflessione e discussione con questo Ufficio in merito all’opportunità di non realizzare il solaio intermedio. Ciò al fine di rispettare la spazialità interna, che rappresenta uno degli elementi distintivi dell’edificio, e il cui sacrificio non sembra giustificabile da una maggior superficie utile realizzabile, peraltro penalizzata nella qualità e nel comfort di due livelli particolarmente ‟schiacciati”.

Per il consolidamento e irrobustimento delle strutture verticali si propone di studiare soluzioni che aggiungano elementi, evitando l’annegamento di quelli esistenti all’interno di un getto cementizio che li renderebbe invisibili. Si evidenzia in proposito l’esistenza di molti esempi di grandi piscine realizzate con struttura metallica a vista. Si sottolinea infine la necessità di considerare la rilevanza sulla scena urbana della facciata est, raccomandando di studiare un inserimento non invasivo della scala di sicurezza.

3. La facciata est dello Hangar 1952 non potrà essere rivestita a modello dei nuovi edifici.

4. Per il trattamento delle facciate del nuovo complesso sportivo-commerciale si chiede una leggera differenziazione cromatica tra parti storiche e nuove costruzioni.

5. Dovrà essere riproposto il semplice portale trilitico che caratterizzava l’ingresso allo stabilimento sulla Via Sanvito, in asse con il serbatoio dell’acqua.

6. Riguardo all’uso della piazza si auspica la conferma con impegno formale della prospettata

In conclusione: tutto fermo. E Galimberti che fa?

Insomma, per farla breve, il progetto di Tigros a queste condizioni “non s’ha da fare”. Semplicemente diventa impossibile con vincoli così insormontabili.

Da parte sua l’amministrazione con in testa il sindaco Galimberti, a dir poco, nicchia, balbettando sulla volontà di riproporre un proprio ruolo di mediazione che già dalle premesse cerchiobottistiche, o meglio sarebbe dire pilatesche, non lascia intravedere nulla di buono, men che meno di utile.

Ora restano solo grandi punti domanda, a cominciare da quelli dei cittadini che aspettano da anni una riqualificazione dell’area ex Aermacchi. Chi sognava servizi e verde si ritrova ancora di fronte macerie e sporcizia. Chissà ancora per quanto.