Nonostante le numerose richieste del Comune di Azzate rivolte al curatore fallimentare, vòlte a predisporre un piano per sgomberare la zona dai rifiuti e poi a procedere con i lavori, la Procura di Milano non ha ancora permesso l’accesso all’area che si affaccia sulle sponde del Lago di Varese, sotto sequestro ormai da aprile. Già dai sopralluoghi eseguiti a ottobre 2021, però, era evidente che lo smantellamento delle casette dell’ex camping di Azzate, demolite senza prima procedere con una accurata divisione dei vari materiali che le componevano (tra cui anche l’amianto), non sarebbe stato un processo veloce.
Il legale della proprietà Simone Faccio ha confermato che la Procura sta proseguendo ancora con gli accertamenti peritali e ha commentato: «Di tutta evidenza quindi che le ordinanze del Comune non si sarebbero potute rispettare nei tempi indicati e, al di là del contenuto delle stesse, oggetto di istanze di annullamento da più parti. Peraltro proprio le continue ordinanze comunali dimostrano la gravità della situazione ma pongono anche l’interrogativo del motivo per cui da luglio 2021 a febbraio 2022 non si sia verificata la situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti. Tutto questo si sarebbe potuto e dovuto evitare […] La nostra speranza è sempre quella che questo materiale possa essere rimosso quanto prima. Dobbiamo d’altra parte riconoscere che la nuova curatrice si sta adoperando concretamente per risolvere una situazione tutt’altro che semplice e di questo non possiamo che compiacerci».