La Provincia di Varese e con lei la maggioranza degli altri enti che siedono in Conferenza dei Servizi ha dato via libera al rilascio della nuova Aia, acronimo che sta per Autorizzazione Integrata Ambientale, alla ditta Colacem di Caravate.
Scelta che ha generato la protesta del Comitato Ambiente Verbano che da anni si batte per la salubrità dell’ambiente e per la salute dei cittadini della zona. «Viste le difficoltà incontrate in questi sei lunghi anni, visto il rilascio dell’Aia fatto senza pareri sanitari adeguati, è nostra intenzione continuare la nostra attività di approfondimento, lavorando alla realizzazione di una cabina di regia scientifica in grado di leggere e analizzare i dati presenti, sollecitare lo studio epidemiologico verificandone l’attendibilità e raccogliendo fondi per integrare ai dati esistenti rilevati da Arpa, uno studio approfondito su aria, solo e acqua, dove i sindaci di buona volontà vorranno finanziare il progetto, magari attingendo ai finanziamenti europei sugli studi ambientali» afferma in una nota , presidente del Comitato Ambiente Verbano, che non si vuole arrendere.
L’Aia è stata rilasciata al cementificio con il parere contrario di due Comuni, quelli di Cittiglio e Gemonio, i cui sindaci non hanno dato il loro consenso, «non essendo in possesso di studi sulla salute e sull’ambiente in grado di permettere loro di fornire un parere sanitario, essendo i sindaci responsabili della salute pubblica» si legge nel comunicato. A dare parere favorevole al rilascio dell’Aia alla Colacem, oltre alla Provincia, sono stati anche Arpa e Ats Insubria e i Comuni di Caravate,
Laveno Mombello, Brenta e Sangiano. «Hanno rilasciato l’autorizzazione all’azienda senza che nessuno sia in possesso di un serio studio sulle condizioni di salute dei cittadini e sulle condizioni dell’ambiente nell’area circostante – prosegue Paliaga – il Comitato ha provato a coinvolgere e dialogare con Colacem, sostenendo che sarebbe stato nell’interesse stesso dell’azienda collaborare a un serio e approfondito studio ma l’azienda ha risposto con diffidenza e paura; paura di che cosa ci chiediamo».
Il Comitato Ambiente Verbano proseguirà la sua battaglia su tutti i tavoli possibili per riuscire ad ottenere risposte.
«Abbiamo deciso, dopo che avremo fatto accesso agli atti, di rivolgerci alla procura della Repubblica e/o al Tar – annuncia il presidente – sottoponendo tutto il dossier che contiene anche le richieste dei sei sindaci per un monitoraggio della salute, rimasto totalmente ignorato e disatteso. Ci sono molti dubbi, seguendo il principio di precauzione, che l’autorizzazione possa essere rilasciata, quando i sindaci non sono mai stati in possesso di qualsivoglia documento sulla salute e sull’ambiente che permetta loro di fornire un parere sanitario».
Per il Comitato insomma il tempo è scaduto. «Tocca ora alla scienza e alla giustizia fare chiarezza una volta per tutte» conclude Paliaga.