Quirinale, nulla di fatto alla terza votazione, l’ultima a “maggioranza qualificata”. Oggi il candidato del centrosinistra Romano Prodi sul filo di lana, ma i grillini assicurano: «Il nostro candidato rimane Stefano Rodotà».
Al terzo giro, votazione interlocutoria, con quasi 500 schede bianche e 251 voti per Rodotà: tutto si deciderà al quarto turno, quando si scoprirà se Prodi, acclamato stamattina dai gruppi parlamentari del centrosinistra, riuscirà a raccogliere quelle poche schede che separano il numero di eletti di Pd e Sel (496) dalla maggioranza assoluta di 504 voti.
Scelta Civica e il Pdl dovrebbero convergere sul nome del ministro degli interni Annamaria Cancellieri, mentre il Movimento Cinque Stelle insiste su Rodotà.
«Perché no Rodotà presidente? – chiedono i parlamentari grillini rivolgendosi alle “forze di cambiamento” – la sua candidatura è di tutti i cittadini e non può essere etichettata in alcun modo». Il deputato varesino Cosimo Petraroli attacca i colleghi di centrosinistra: «Si è avvicinato un deputato del Pd per conversare, gli abbiamo chiesto il perché non vogliono votare per Rodotà – racconta – la risposta è stata chiara: per orgoglio politico, sì, proprio per orgoglio politico. Anche se Rodotà è un personaggio storico della sinistra, della sinistra indipendente, anche se sarebbe un ottimo Presidente. Sono convinti che la loro base vuole Prodi e non Rodotà e non hanno bisogno di chiederlo, convinti della loro convinzione». La deputata varesina del Pd Maria Chiara Gadda ribalta la questione: «Ora anche Cinque Stelle dimostri lo stesso coraggio e voglia di cambiare. Non buttiamo via questo Parlamento».
Nel centrodestra c’è attesa per capire se Prodi ce la farà, ma il giudizio è negativo. Per i leghisti «non è votabile», mentre il pidiellino Raffaele Cattaneo si raccomanda alla Patrona d’Italia, Santa Caterina da Siena, con una preghiera nella Basilica della Minevra che ne custodisce le spoglie: «Avevo appena appreso la notizia che il Pd proporrà Prodi – twitta il presidente del Consiglio regionale – una preghiera mi é parsa appropriata. La scelta non divida».
Intanto alla terza votazione su ben 34 schede compare il nome di Massimo D’Alema: per il vicedirettore di “Libero” Franco Bechis «è il segnale che nel Pd ci saranno franchi tiratori su Prodi». Ma potrebbe anche essere un diversivo. Andrea Aliverti
s.bartolini
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