Facciamo i conti in tasca a Gallarate

Aumentano le tasse, diminuiscono le spese. Sembra un paradosso ma, nonostante i gallaratesi paghino più imposte, il comune ha meno soldi a disposizione per finanziare i servizi.

Quest’anno le famiglie di Gallarate verseranno nelle casse di Palazzo Borghi poco meno di 22 milioni di euro. Una cifra alla quale si arriva sommando, tra gli altri, i 7,1 milioni dovuti per l’Imu, i 5 legati alla Tari, i 3,9 di Tasi e i 5,5 dell’addizionale Irpef, quella tassa “invisibile” che viene trattenuta ogni mese dalla busta paga dei lavoratori.

Altri 19 milioni verranno invece drenati dalle imprese. In questo caso l’Imu pesa 10,8 milioni, la tassa sui rifiuti 3 e quella sui servizi 3,3. Per le aziende non è prevista alcuna “accisa” sull’Irpef, però ci sono 1,2 milioni dovuti per l’imposta sulla pubblicità.

Il totale arriva a sfiorare i 40 milioni di euro. Eppure Palazzo Borghi potrà utilizzarne solo 35,3 per finanziare la spesa corrente. Ovvero quelle voci di bilancio in cui rientrano gli stipendi dei dipendenti, i fondi per i servizi sociali e le scuole, la Polizia locale e la cultura.

E dove finiranno gli altri quasi 5 milioni? A Roma. Sì, nei fatti le casse comunali tratterranno solo 16,6 dei 21,9 milioni di tasse pagate dalle famiglie. Mentre dei 19 milioni versati dalle imprese, a Gallarate ne resteranno poco meno di 14.

La differenza sta nella quota dell’imposta municipale unica che viene versata allo Stato. Che di tutte le imposte “comunali” pagate a Gallarate nel 2014 tratterrà quasi 10 milioni di euro. E ne “restituirà” sotto forma di trasferimenti 4,7.

Questo solo nel 2014. Ma il guaio è che, nonostante le tasse continuino ad aumentare, i soldi che il municipio ha effettivamente a disposizione continuano a diminuire. Lo scorso anno, per dire, il governo trattenne grazie alla quota Imu poco più di 10 dei 37,3 milioni di euro versati dai gallaratesi. Ma ne restituì 10,4 in parte anche per compensare l’abolizione dell’imposta sulla prima casa.

Il risultato è che il saldo fu addirittura positivo e così ogni euro versato dai contribuenti venne speso nella città dei Due Galli. Andò peggio l’anno prima, quel 2012 che vide tutte le aliquote spinte al massimo dopo il mancato rispetto del patto di stabilità.

Due anni fa le famiglie e le imprese gallaratesi versarono 44 milioni di tasse, lo Stato se ne prese 8,2 dall’Imu e ne restituì 5 al comune. Basta mettere in fila i dati degli ultimi tre anni per capire che qualcosa non funziona: 44 milioni pagati dai contribuenti nel 2012, 37 nel 2013, 40 quest’anno.

Mentre i fondi a disposizione del comune sono scesi dai 40,8 di due anni fa ai 37,3 dello scorso anno, fino ad arrivare ai 35,3 del 2014. Morale: si pagano più tasse, ma si ottengono sempre meno servizi. Non esattamente un incentivo a saldare quanto dovuto.

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