«Lo faccio anche con tre persone, ma poi mi raccomando fammi un bel regalo». Per la droga avrebbero fatto di tutto, persino sottoporsi in maniera consenziente a rapporti sessuali con più soggetti in contemporanea.
È uno degli aspetti più scioccanti emersi da alcune delle intercettazioni inserite nel maxi processo di Milano, partito pochi giorni fa in aula bunker, e che vede coinvolti una sessantina di imputati, che devono rispondere di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, tra i quali sono coinvolti anche due varesini. Le assuntrici di droga, che figurano come testimoni nel processo per la droga smerciata a fiumi, in particolare cocaina ed eroina, nei boschi dell’Alto Milnaese, tra Lainate e la stessa Valle Olona, erano disposti a fare qualunque cosa pur di ricevere «un bel regalo». Persino mettere in gioco il proprio corpo, più e più volte, pur di arraffare la sostanza stupefacente della quale erano assuefatte.
Nell’inchiesta, di fianco gli imputati, c’è la situazione di grande degrado nella quale convivevano assuntori e assuntrici. Ed erano veramente tanti. Un oceano di consumatori che ogni giorni si riversava verso i boschi dell’Alto Milanese per procacciarsi la droga. Nel processo che si sta sviluppando attraverso l’udienza preliminare, in veste di imputati, ci sono D. D. G. classe 1982 residente a Gorla Minore, il quale è finito nei guai per fatti contestati nel mese di ottobre del 2013, e A. M. classe 1994 residente a Cardano al Campo. Anche lui dovrà rispondere di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Secondo la Procura di Monza i due acquistavano da un altro spacciatore della cocaina per poi rivenderla a terzi. Per entrambi la pubblica accusa ha inoltrato richiesta di rinvio a giudizio. Per loro e per altri 65 imputati. La vicenda processuale riguarda i presunti spacciatori, italiani e nordafricani, che tra il 2009 e il 2016 avrebbero rifornito di sostanza stupefacente, un numero enorme di clienti nella zona dell’Alto Milanese. In particolare i promotori dell’attività di spaccio avevano preso d’assedio le aree boschive di Lainate, trasformandole in veri e proprie “Drive In” della droga.
Si torna nuovamente in aula bunker davanti al Gup il prossimo 4 dicembre quando verranno accolti anche i riti alternativi. Dovrebbero essere, infatti, numerosi i futuri imputati che potrebbero scegliere di essere giudicati con l’abbreviato.