Il numero chiuso per l’accesso alle facoltà di Medicina non viene eliminato, ma piuttosto posticipato di sei mesi. Secondo la proposta di riforma dell’accesso programmato, elaborata dalla commissione istruzione del Senato e adottata con ampia convergenza politica, gli aspiranti studenti potranno affrontare una prima fase aperta a tutti, seguita da una seconda selezione alla quale potranno partecipare coloro che avranno superato esami preliminari e un quiz nazionale.
Il presidente della Commissione, Roberto Marti (Lega), ha espresso grande soddisfazione per l’adozione del testo con il consenso praticamente unanime delle forze politiche. Nel frattempo, gli esami di ammissione di quest’anno proseguiranno come pianificato, con oltre 71.000 studenti iscritti, di cui più di 61.000 per la facoltà di Medicina e 7.862 per Veterinaria.
La proposta di legge prevede che il governo abbia un anno di tempo per dettagliare la riforma, fornendo alcuni principi direttivi immediati. Uno di questi principi è l’eliminazione del numero chiuso al primo semestre, con la selezione che avviene all’inizio del secondo. Nel frattempo, gli studenti devono superare esami fondamentali nell’area biomedica, veterinaria, farmaceutica e sanitaria e acquisire i crediti previsti. Se non superano il test alla fine del primo semestre, i crediti acquisiti possono essere utilizzati per altri corsi di laurea simili.
Questo meccanismo richiama molto da vicino quello proposto dalla Conferenza dei rettori (Crui) nelle scorse settimane, inviato sia alla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, sia ai senatori di maggioranza e opposizione. Tuttavia, affinché questo progetto diventi realtà, è necessario che il testo base diventi legge e che il Ministero dell’Università emani uno o più decreti legislativi per attuarlo. Per far sì che questo avvenga già entro il prossimo anno accademico, è necessario agire con tempestività.