Le relazioni finali dei 10 «circoli minori», cioè dei gruppi di studio, del Sinodo contengono critiche, ma anche incoraggiamenti e proposte e chiedono che sia messa più in evidenza la bellezza della dottrina del matrimonio cristiano. Sono 750 gli emendamenti scritti presentati dai «circoli minori» al testo della relazione di medio termine pronunciata dal cardinal Peter Erdo lunedì scorso. Tra questi alcuni maxiemendamenti che ne riscrivono intere parti.
Uno dei tre gruppi di lingua italiana ha presentato una proposta di riscrittura dell’intera seconda parte della relazione, quella sugli aspetti più problematici della comunione ai divorziati risposati, sulle unioni di fatto e gli omosessuali. C’è chi teme un «annacquamento della dottrina», chi chiede di non avere «tentennamenti» a usare categorie come «peccato» e «adulterio», chi spiega che i vescovi hanno «la responsabilità di esprimere un giudizio che viene dalla Parola di Dio» e non farlo significa «andare alla ricerca di un facile populismo che tutto assopisce e ovatta».
In alcuni circoli è stata addirittura messa ai voti l’ermeneutica della gradualità, alla base nel Concilio della «Lumen Gentium», e siccome ha riscosso solo la maggioranza semplice e in alcuni casi nemmeno quella – con posizioni 1 a 1, e non quella dei due terzi – si è proposto di cancellare il riferimento al Concilio.
Un circolo ha approvato a maggioranza la comunione ai divorziati risposati, un altro l’ha bocciata. Ma quasi tutti hanno invitato a studiare più a fondo la questione. Sugli omosessuali sembra che ci sia stata una critica forte alle aperture della relazione di Erdo.
Ieri il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn, protagonista del dibattito al Sinodo con la proposta di applicare alla famiglia e alle altre unioni il principio di gradualità come metodo per dimostrare la misericordia di Dio, ha spiegato ai giornalisti che non c’è da preoccuparsi: «Il Papa ci ha chiesto di non giudicare, ma di accompagnare la famiglie. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra verità e misericordia». E ha ribadito che la «dottrina non è
un giogo e noi non dobbiamo costruire partiti pro o contro la dottrina». Ieri mattina al Sinodo c’è stata una discussione animata, quando il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del Sinodo, ha proposto di non pubblicare le sintesi dei lavori di gruppo. Sono intervenuti contro la sua proposta cardinali e vescovi di primo piano, quasi tutti dell’ala più conservatrice: il relatore Erdo, l’australiano Pell, il cardinale di Parigi Vingt-Trois, il catalano Sistach, il sudafricano Napier, il cardinale Burke, leader dei rigoristi, il vescovo Fisichella.
Baldisseri imbarazzato ha guardato il Papa, che ha chiesto di continuare il dibattito. Alla fine il Segretario di Stato Parolin è intervenuto per dirimere la questione e chiedere a Baldisseri di pubblicare le sintesi, come in effetti era stato deciso fin dall’inizio. Da ieri pomeriggio la commissione incaricata di scrivere la relazione finale è al lavoro. Ma non sarà facile e forse sarà impossibile pubblicare il testo prima della prossima settimana.