L’incontro con un’idea altrui, purché chiara e proposta nel rispetto dell’interlocutore, lascia sempre un buon sapore dentro: delicato ma deciso, capace di partire dall’anima e di salire fino a illuminare la mente. Se l’idea arriva da un giovane, poi, all’arcobaleno gustativo si aggiunge una nota di speranza, appiglio per un futuro che scopri meno esposto al vacillare delle preoccupazioni. All’Università dell’Insubria ci è capitato di incontrare alcuni studenti del liceo scientifico Ferraris di Varese, spettatori interessati di una “lezione”
su omofobia, omosessualità e diritti. Le tempistiche non sono casuali: in questi giorni, in Parlamento, sta iniziando la discussione sul ddl Cirinnà, chiave di volta per legiferare su temi a lungo trascurati come unioni civili e adozioni di coppie composte da persone dello stesso sesso. I giovani di cui sopra hanno passato un’intera mattinata a informarsi, pendendo dalle labbra di giuristi arrivati per spiegare le norme, di psicologici venuti per scandagliare la diversità dell’animo umano, di giornalisti pronti a veicolare un’informazione più approfondita e di attivisti solleciti nell’illustrare le ragioni della propria lotta. Abbiamo chiacchierato con questi ragazzi, scoprendo che le basi di civiltà su cui intervenivano gli esperti erano già solide dentro di loro, tanto da far sgretolare quelle di chi -oggi- è chiamato a decidere su temi tanto delicati. I nostri giovani, i cittadini del futuro che le leggi del qui e ora andranno a normare, hanno le idee chiare. Hanno ben in mente cosa sia una famiglia e quale valore abbia nella società, ma non fanno finta di ignorare il bisogno di tutela di chi si riconosce in schemi diversi che è la stessa società attuale a proporre. Sono figli di un padre e di una madre, ma sono disposti a lottare per le esigenze di genitorialità di un padre che ha vicino un altro padre o di una madre che ha accanto un’altra madre. Riconoscono l’omofobia come un problema, come un’ignoranza da combattere con la conoscenza che serve a generare il rispetto. Rifuggono le radicate convenzioni che hanno governato il mondo dei loro avi, oggi attuali per paura ma non per sostanza: oggi il mondo, il loro mondo, è diverso. Una ragazza ci ha detto: «Se due persone hanno la volontà di donare amore, perché privarle della gioia di crescere un figlio?». Ci fossero a Roma persone come lei…