Zolfo, sali minerali, calore. L’azione combinata di questi fattori fa della fangoterapia un valido sostegno alla terapia farmacologica e riabilitativa indicata per il trattamento dell`artrosi, la più diffusa delle malattie reumatiche.
Sui sintomi dell’artrosi l’applicazione dei fanghi ha un effetto antalgico immediato e sul lungo periodo questa cura permette di tollerare meglio il dolore. «Il meccanismo d`azione e i conseguenti benefici della fangoterapia nel trattamento dell`artrosi si esplicano su un duplice livello – spiega Valerio Boschi,
specialista in Medicina termale – Sul piano fisico abbiamo l’azione del calore che favorisce la vasodilatazione e di conseguenza una migliore circolazione sanguigna in tutto l’organismo e facilita inoltre l’assorbimento degli elementi biochimici presenti nel fango». Il fango viene, infatti, applicato ad una temperatura tra i 48 e i 50°C e rappresenta l`unico elemento in natura che possa entrare a contatto della pelle ed essere tollerato a temperature così elevate.
«L’altro livello su cui si esplica l’azione del fango – continua Boschi – è di tipo chimico». L’azione chimica non è propria del fango in sé, ma dei sali minerali di cui si arricchisce mediante l`acqua termale in cui viene fatto maturare. Le acque a composizione sulfurea salso-bromoiodica, dopo un periodo di “maturazione” dei fanghi lungo non meno di un anno, li arricchiscono di elementi come solfuri, bromuri e ioduri che li rendono particolarmente indicati per il trattamento delle reumoartropatie.
Non tutti i fanghi termali, dunque, sono uguali. Gli specialisti consigliano un ciclo di terapia di 12-15 giorni almeno una volta all’anno per alleviare i dolori. Associata alla massoterapia e alla rieducazione attiva in piscina termale consente di ottenere ottimi risultati sul dolore e sulla ripresa funzionale delle articolazioni colpite.